Clelia Ditano, la manutenzione dell’ascensore era stata fatta pochissimo tempo fa

Clelia Ditano, 25 anni, ha perso la vita dopo una caduta di 15 metri nel vano ascensore del suo condominio a Fasano, in provincia di Brindisi.

La giovane, rientrata a casa in tarda serata, è uscita nuovamente probabilmente per recuperare qualcosa dimenticato. Le porte dell’ascensore erano aperte, ma la cabina si trovava al primo piano, causando così la caduta nel vuoto. Le cause esatte dell’incidente sono ancora da chiarire, ma è certo che le porte non avrebbero dovuto essere accessibili senza la cabina presente.

Manutenzione e responsabilità

L’incidente ha riacceso il dibattito sulla manutenzione degli ascensori. La manutenzione dell’ascensore deve essere affidata a ditte specializzate con tecnici abilitati, il cui patentino è rilasciato dalla Prefettura dopo un esame teorico e pratico. In Italia, la manutenzione abilitata prevede controlli semestrali per la verifica dei dispositivi di sicurezza e valutazioni preventive del funzionamento dell’ascensore. Non esiste un minimo di visite obbligatorie per legge, ma tutto dipende dalle esigenze dell’impianto e dalle valutazioni del manutentore. L’ascensore del condominio di Clelia era stato sottoposto a manutenzione due mesi prima dell’incidente, e non erano state riscontrate anomalie.

La dinamica dell’incidente

Secondo le prime ricostruzioni, Clelia è rientrata a casa intorno a mezzanotte, lasciando alcuni effetti personali nel corridoio. Poco dopo è uscita di nuovo dall’appartamento, convinta che l’ascensore fosse ancora sul pianerottolo. Ha aperto le porte e fatto un passo in avanti, cadendo nel vuoto. Il suo corpo è stato ritrovato sul tetto della cabina dell’ascensore dai genitori e dai soccorritori. Una vicina ha confermato che l’ascensore era fuori uso già alle 3 di notte. Il padre di Clelia ha scoperto il corpo alle 6 del mattino, dopo aver sentito squillare il telefono della figlia nel vano ascensore.

“Non era mai successo che l’ascensore si bloccasse in quella maniera,” ha dichiarato il padre di Clelia, affranto dal dolore. “Quando ho sentito squillare il telefono di Clelia ho capito subito che era successo qualcosa ed abbiamo lanciato l’allarme. Aveva tanti sogni, ora quei sogni sono stati infranti.”

La Procura ha sequestrato l’ascensore e aperto un fascicolo per individuare eventuali responsabilità. I titolari della ditta incaricata della manutenzione hanno confermato che i controlli effettuati due mesi prima non avevano riscontrato anomalie. Le indagini continueranno per appurare le cause dell’incidente e individuare eventuali colpevoli.