Gossip & Spettacolo

Addio a Matthew Perry, il Chandler di ‘Friends’ è morto a 54 anni

Matthew Perry, conosciuto da tutti come Chandler Bing della celebre serie ‘Friends’, è deceduto all’età di 54 anni. La notizia ha fatto il giro dei media americani e, secondo il Los Angeles Times, il corpo dell’attore è stato rinvenuto nella vasca da bagno della sua abitazione. Inizialmente, l’annegamento accidentale è stato indicato come causa principale, ma le indagini sono ancora in corso. “Le autorità…non avrebbero riscontrato nessun segno di colluttazione, né tracce di sostanze stupefacenti o elementi che possano far pensare ad un omicidio.”

La sua carriera

Nato nel 1969 a Williamstown, Massachussets, Perry si trasferì a Los Angeles a 15 anni con l’ambizione di diventare attore. Dopo svariati ruoli minori, il suo grande successo arrivò nel 1994 con Friends. Qui, il suo personaggio, Chandler Bing, diventò famoso per la sua autoironia e sarcasmo, regalando al pubblico innumerevoli risate. Ma il successo non si fermò qui; ha brillato anche in West Wing e in film come “Mela e Tequila” e “FBI: Protezione testimoni”.

Un riconoscimento oltre l’attore

Nonostante il suo successo schiacciante sullo schermo, Perry ha affrontato notevoli sfide nella sua vita personale. La sua lotta contro la dipendenza da alcol e oppiacei è stata ben documentata, culminando in un’operazione d’emergenza nel 2018. Ha condiviso queste esperienze nella sua biografia “Friends, Lovers, and the Big Terrible Thing” nel 2022. Tuttavia, in un’intervista rilasciata l’anno scorso, l’attore aveva espresso il desiderio di essere ricordato non solo per il suo talento, ma per chi era come persona: “Vorrei essere ricordato come un ragazzo che ha vissuto la vita, che ha amato bene, vissuto bene, e che ha aiutato le persone.”

Eredità e ricordo

Matthew Perry lascerà un vuoto incolmabile nell’industria dello spettacolo e nel cuore dei suoi fan. Ma, come lui stesso ha desiderato, la sua eredità va ben oltre i suoi ruoli iconici. Ci ha mostrato l’importanza dell’amore e dell’empatia. Concludendo con le sue parole, «Vorrei che l’avermi incontrato sia considerata come una cosa buona e non come una brutta esperienza.»