Botta e risposta fra Puglia e Abruzzo in una rovente polemica scatenata dal presidente della regione Abruzzo Giovanni Chiosi a cui sono immediatamente seguite le repliche seccate del sindaco di Bari Michele Emiliano e di Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale.
La disputa è nata, manco a dirlo su Facebook su cui Chiosi aveva scritto che “la chiusura dell’Università di Bari è necessaria”, in base alle valutazioni dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, che aveva piazzato in fondo alla classifica l’università di Bari con quella di Messina e Urbino.
La risposta di Michele Emiliano non si è fatta attendere: “Pensi a ricostruire l’Aquila, se ci riesce, e non si comporti da sciacallo approfittando di discutibili graduatorie scritte nell’interesse delle università del nord al momento delle iscrizioni; se per completare la ricostruzione Chiodi avesse bisogno delle competenze delle Università pugliesi e delle nostre energie professionali ed economiche, siamo come sempre a disposizione per lottare al fianco dell’Abruzzo migliore, del quale evidentemente lui non fa parte”.
Del resto i fatti parlano chiaro e tranne nel caso di un giudizio di parte o perlomeno molto superficiale, non si può non valutare positivamente l’operato di Corrado Petrocelli rettore dell’università di Bari che in dieci anni ha stravolto l’offerta formativa trasformando l’impostazione che Emiliano catalogava come “dependance della destra fittiana, dove il nepotismo e il familismo amorale imperavano” tanto che l’Universita Benito Mussolini è oggi intitolata ad Aldo Moro.
La causa scatenante della diatriba è stata L’editoriale di Francesco Giavazzi pubblicato sul Corriere della Sera dal titolo “La ragnatela corporativa: i tagli alla spesa possibili”; e poi la palla è stata presa al balzo dal presidente della regione abruzzo che ha pubblicato sulla pagina Facebook le sue esternazioni: “ Anche io come Giavazzi, crederò che il governo sia impegnato a ridurre le spese (per ridurre le tasse) quando Letta e Saccomanni si recheranno a Bari, Messina o Urbino per spiegare che la chiusura di quelle tre Università (in fondo alla classifica dell’Anvur) è nell’interesse dei loro figli. Non è frequentando una fabbrica delle illusioni che ci si costruisce in futuro”. Ma il governatore ha voluto andarci giù pesante nelle sue deliranti invettive affermando che negli Stati Uniti “anche un obamiano di ferro qualche tempo fa ha chiuso una cinquantina di scuole pubbliche scadenti. Si deve favorire un percorso di imitazione in senso qualitativo. Altrimenti la scadente qualità continua ad essere tollerata se non perseguita per altri fini: baronie, posti di lavoro assistenziali che alla lunga peggiorano il sistema”.
Ma il rettore Corrado Petrocelli non ci sta e va oltre le apparenze di una classifica che deve essere valutata da diversi ambiti e sebbene la bocciatura dell’ateneo barese nel periodo 2004/2010 sia stata stgmatizzata dall’Anvur , l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, azzarda un’ipotesi interessante e provocatoria replicando a Giavazzi e Chiodi: “Chiudere la nostra università? Mi sembra a dir poco una visione strumentale nel momento delle iscrizioni”.
tutto chiaro, no?