Il Senatore della Repubblica Denis Verdini, amico personale di Silvio Berlusconi ed esponente di spicco del partito di Forza Italia, è stato rinviato a giudizio dalla procura della Repubblica di Roma per finanziamento illecito ai partiti.
Il reato che è stato contestato al senatore Denis Verdini scaturisce a una compravendita di una palazzina situata al centro di Roma.
I fatti risalgono a gennaio 2011quando il senatore di Forza Italia, Riccardo Conti, acquisto un’intera palazzina in via della Stamperia in pieno centro della capitale vicinissima ad un monumento storico di Roma come la Fontana di Trevi, al prezzo di 26 milioni di euro.
La palazzina dopo qualche ora fu rivenduta per 44 milioni all’Enpap, ente di previdenza degli psicologi, all’epoca presieduto da Angelo Arcicasa.
La procura di Roma nel dicembre 2012 invio l’avviso di garanzia come indagati al senatore Conti e al presidente del Enpap Angelo Arcicasa per aver commesso il reato di truffa.
Denis Verdini invece ebbe, sempre a dicembre 2012 l’avviso di essere indagato per illecito finanziamento ai partiti perché, secondo la procura della repubblica di Roma solo qualche giorno dopo la compravendita tra Arcicasa e Conti ebbe da quest’ultimo un milione di euro.
Il processo avrà inizio il prossimo 9 gennaio 2015.
Il senatore Verdini ha rilasciato sulla vicenda nel pomeriggio di oggi il seguente comunicato: “Come affermato nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma, e confermato dal GUP, Giudice dell’Udienza Preliminare, mi viene contestato esclusivamente il reato di finanziamento illecito ai partiti, per una vicenda che nulla ha a che vedere con la compravendita in questione, nella quale, come sottolineato chiaramente dagli stessi inquirenti, io non ho avuto alcun ruolo.L’accusa si riferisce ad una penale regolarmente trattenuta per il mancato rispetto di un contratto fra me e il senatore Conti, di natura diversa ed estranea alla vicenda per la quale lo stesso senatore viene rinviato a giudizio”.,
Denis Verdini ha concluso il comunicato dicendo di essere certo di poter dimostrare la sua innocenza.