Gossip & Spettacolo

Kasia Smutniak: “Non ho mai voluto vendere la casa che comprammo io e Pietro, eravamo felici”

Kasia Smutniak riflette sulla sua vita con Pietro Taricone, mantenendo la casa condivisa e affrontando il futuro con forza e serenità.

Kasia Smutniak, attrice e compagna di Pietro Taricone, ha condiviso ricordi toccanti della loro vita insieme in un’intervista con Hollywood Reporter. Ha descritto come loro, da giovani, abbiano scelto di vivere in campagna per sfuggire alla frenesia della città.  “Eravamo piccoli io e Pietro, eravamo molto felici … abbiamo fatto un mutuo, siamo andati in campagna e abbiamo preso gli animali, piantato gli alberi,” ha detto la Smutniak, esprimendo il legame profondo che aveva con Taricone.

Il dolore e il ricordo di Taricone

La tragedia della morte di Taricone nel 2010 ha lasciato un segno indelebile sulla Smutniak. Ha ricordato i loro “anni di luce” e ha spiegato come, dopo la scomparsa di Taricone, abbia deciso di tenere la casa in campagna. “È il passato, le radici, il presente, ora sono in pace, il futuro, gli alberi crescono. I figli se vorranno resteranno, lì avranno sempre un posto,” ha affermato, sottolineando il significato emotivo e storico della casa.

Kasia Smutniak oggi: una nuova vita

Nonostante il dolore, Smutniak ha trovato la forza di andare avanti e di costruire una nuova vita. Nel 2019, si è sposata con il produttore Domenico Procacci e ora vive a Roma nel quartiere Coppedè: “Molto bello, ma la verità è che siamo venuti a stare qui solo perché è vicino all’ufficio di Domenico. Neppure mio marito appartiene a Roma. Lui è di Bari. Poi stiamo benissimo qui: è come un piccolo borgo. Ogni quartiere in questa città diventa un paese, finisci per vivere in quattro strade. Sei di quel quartiere, non di Roma”. Ha descritto la sua attuale situazione di vita, sottolineando di sentirsi ancora un po’ estranea alla città, nonostante vi abiti da oltre vent’anni. “Non appartengo a nessun posto,” ha detto, riflettendo sulla sua identità e sul suo attaccamento ai luoghi.