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Alessia Merz rivela retroscena di “Non è la Rai” e su Boncompagni: “Bastava dirgli di no”

Alessia Merz condivide le sue esperienze e sfide affrontate durante la partecipazione a “Non è la Rai” e il suo ruolo in “Striscia la Notizia”.

 

A soli 17 anni, Alessia Merz ha lasciato Trento per partecipare a “Non è la Rai”, il popolare programma televisivo. Raccontando al Corriere, la Merz descrive la sua timidezza iniziale e il duro ambiente competitivo che ha trovato: “Mi ritrovai in mezzo a 120/130 ragazzine che lottavano per conquistare la lucina rossa che ti inquadrava”. Ricorda i continui dispetti e le cattiverie tra le concorrenti, una competizione spietata che ha definito la sua esperienza nel programma.

L’esperienza con Gianni Boncompagni e Ambra

Nell’intervista, la Merz parla anche di Gianni Boncompagni, che descrive come “geniale, ironico” e “una persona molto sola”. Riguardo alle accuse mosse contro Boncompagni, la Merz afferma: “Era una persona molto sola. Lo hanno infangato con me è sempre stato corretto. Magari ti invitava a cena a casa sua, bastava dire di no, non è che cascassi dal pero”. Inoltre, ha descritto i suoi rapporti con Ambra, allora protagonista del programma, ricordando come all’inizio le facesse tenerezza e come l’abbia sostituita per quattro giorni.

I giorni in “Striscia la notizia” e il rapporto con Cristina Quaranta

Dopo “Non è la Rai”, la Merz è stata chiamata a “Striscia la Notizia” come velina, dove ha lavorato insieme a Cristina Quaranta. All’inizio, il loro rapporto era teso: “I primi tempi non ci sopportavamo, eravamo come il diavolo e l’acqua santa”, dice la Merz. Descrive come la Quaranta cambiasse la coreografia per farla sbagliare e come, dopo un episodio in cui la Merz reagì con forza, divennero amiche per la pelle. Queste le parole della Merz: “I primi tempi non ci sopportavamo, eravamo come il diavolo e l’acqua santa. Cristina ha un carattere che non conta nemmeno fino a 1 ed esplode, poi però diventa la persona più carina al mondo. Io invece conto fino a 100 ma a 101 sei morta. Mi provocava. ‘Sei troppo moscia, reagisci’. Cambiava apposta la coreografia per farmi sbagliare. Alla prima intervista ufficiale si raccomandarono: ‘Fingete di andare d’accordo'”. Non ci riuscirono”. E poi continua il racconto: “Un giorno persi la pazienza e la attaccai al muro anche io. ‘Ah, allora vedi che se vuoi il carattere ce l’hai’. Diventammo amiche per la pelle”.