Omicidio Giulia Cecchettin, il cappellano del carcere dove è rinchiuso Filippo Turetta “Ora scenda il silenzio nel rispetto del dolore”
Il cappellano di Montorio, frate Paolo Crivelli, chiede rispetto e silenzio sulla vicenda del femminicidio di Giulia Cecchettin, enfatizzando l’importanza del processo giudiziario.
L’importanza del rispetto e del silenzio
Frate Paolo Crivelli, cappellano del carcere di Montorio, ha lanciato un appello per far prevalere il silenzio e il rispetto nel caso del femminicidio di Giulia Cecchettin.
All’uscita del carcere dove Filippo Turetta, l’accusato, è detenuto, Crivelli sottolinea l’importanza di lasciare che la giustizia operi senza interferenze esterne.
“L’appello è di far scendere il silenzio per rispettare il dolore delle persone coinvolte e che la giustizia possa fare con serenità il suo corso“, dice Crivelli.
Critica ai processi mediatici
Il cappellano critica la tendenza a giudicare le persone attraverso i media. Sostiene che i processi dovrebbero svolgersi nelle aule giudiziarie, non sui giornali. Frate Crivelli afferma: “I processi si fanno nelle aule giudiziarie e non sui giornali.
Questa è la cosa importante, non credo che questo tipo di informazione aiuti il popolo italiano a crescere serenamente e a vivere con serenità questi drammi“. Queste parole evidenziano la necessità di un approccio più equilibrato e rispettoso nelle notizie riguardanti casi giudiziari delicati.
Il ruolo del cappellano e la riservatezza
Frate Crivelli ricorda inoltre il proprio dovere di riservatezza come sacerdote. Non rivela nulla riguardo alle persone che incontra durante il suo servizio in carcere.
Questa discrezione sottolinea l’importanza di mantenere la privacy e l’integrità delle persone coinvolte in situazioni delicate come queste. La sua posizione evidenzia la necessità di un approccio più misurato e compassionevole da parte dei media e del pubblico.