Selvaggia Lucarelli e Alfonso Signorini hanno condiviso le loro opinioni sul documentario di Ilary Blasi, “Unica”.
Selvaggia Lucarelli, nota per il suo stile diretto e senza filtri, ha condiviso le sue impressioni sul documentario “Unica“, incentrato sulla vita di Ilary Blasi. Secondo la Lucarelli, il film si rivela un prodotto modesto, focalizzato su un racconto personale che manca di notizie significative. Ha espresso che Ilary Blasi è riuscita a vendere a Netflix un documentario che, nel suo parere, tratta una “rocambolesca storiella di corna” senza reale novità. “Ilary Blasi è indubbiamente Unica: è riuscita a vendere a Netflix un documentario sul nulla, a trasformare in prodotto da piattaforma una rocambolesca storiella di corna in cui non ci sono notizie ma solo un tragicomico desiderio di riscatto,” afferma la Lucarelli.
La Lucarelli ha sottolineato una specifica frase della Blasi nel documentario riguardante la sua relazione con Francesco Totti, interpretandola come un intento di vendetta personale. Inoltre, la Lucarelli descrive il documentario come una narrazione auto centrata, paragonandola a un film di Vanzina con un tocco di glamour e ricchezza: “Forse non si è capito ma il senso di tutto è in una frase buttata lì a scappare via, tra un aneddoto e l’altro. È quando Ilary, dopo aver raccontato della scoperta di Francesco a cena a casa dell’altra, dice: “La sera prima mi aveva cercata a letto e io non avevo voluto”. Bisogna partire da qui per comprendere il vero intento di questa operazione che non è zittire i pettegolezzi, ma è assestare pochi colpi, con la stessa mira con cui Totti tirava i rigori. Raccontando che Totti voleva fare l’amore con lei mentre stava già con l’amante, Ilary ha consumato la sua vendetta”.
Alfonso Signorini, amico di Ilary Blasi e figura nota nel mondo del gossip, ha offerto un punto di vista diverso. Pur essendo amico della Blasi, Signorini ha espresso il suo disaccordo sulla scelta di rendere pubblici i dettagli della sua vita personale e coniugale. “Al di là di chi abbia o meno ragione, al di là del fatto che sarebbe più logico deporre nelle opportune sedi giudiziarie, resto del parere che i panni sporchi si lavino in famiglia,” ha commentato Signorini. Sottolinea l’importanza della riservatezza e della sobrietà, pur riconoscendo l’impatto che storie come queste hanno sui media.
Entrambi i commenti della Lucarelli e di Signorini riflettono due prospettive diverse sul ruolo dei media e sulla gestione della privacy nelle questioni personali. Mentre la Lucarelli si concentra sulla mancanza di contenuto sostanziale del documentario, Signorini solleva questioni etiche sulla condivisione di affari personali nel dominio pubblico. Queste opinioni hanno generato ulteriori discussioni e analisi tra il pubblico, dimostrando come storie di celebrità continuino a catturare l’attenzione e a stimolare il dibattito.