Terrore ad Agrigento per la morte di una bambina di soli 7 anni e del fratellino di 10 anni avvenuta sotto gli occhi increduli del padre di 46 anni.
Il terribile episodio è avvenuto alle ore 12,30 di ieri alla riserva naturale di Macalube d’Aragona ad Agrigento dove una famiglia di Joppolo Giancaxio, un paesino di poco più di mille abitanti, aveva deciso di passare la domenica.
Il tutto è successo in un attimo quando un “vulcanello” è esploso come se fosse un ordigno eruttando una quantità enorme fango.
I bambini che si trovavano nelle vicinanze del vulcanello sono stati inghiottiti dal fango solo il padre, un carabiniere di 46 anni, è riuscito a salvarsi ed evitare di essere sommerso dall’ondata di fango.
Subito sul posto sono iniziate le ricerche della protezione civile e degli uomini delle forze dell’ordine.
La bimba è stata ritrovata dopo poco era ancora viva ma è morta durante il trasporto in ospedale.
Per ritrovare il corpo senza vita del bimbo, che ieri compiva 10 anni, ci sono volute due ore di ricerche scavando anche con le mani.
Il presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha disposto la chiusura della riserva naturale di Macalube d’Aragona e la procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per capire se vi sono colpevoli e su come sia potuto succedere un dramma del genere.
La riserva naturale di Macalube d’Aragona è gestita da Legambiente dal 1966 ed agosto era stata chiusa per 15 giorni perché si era riscontrata dell’attività sismica.
A rendere noto della chiusura solo nel mese scorso dell’area è stato il direttore della struttura Mimmo Fontana: “Ad agosto abbiamo registrato delle lesioni e abbiamo deciso di sospendere gli ingressi mettendo dei cartelli, anche se non possiamo impedire l’accesso perché parliamo di una riserva pubblica: noi facciamo da guida a chi lo richiede, ma non possiamo impedire gli accessi, una media di 10mila visitatori all’anno. Non avevamo registrato un preallarme di alcun tipo, mezz’ora prima i nostri operatori erano sulla collina e la situazione era del tutto normale”
Il prefetto di Agrigento Nicola Diomede ha così commentato la tragedia alla riserva di Aragona: “Ad agosto scorso si erano verificati dei movimenti che avevano convinto i tecnici che gestiscono la riserva delle Maccalube di bloccare gli ingressi e le visite. Poi la situazione si era normalizzata e il divieto era stato rimosso. Altre volte si erano verificate piccole esplosioni, ma nulla che potesse far presagire tutto questo”.
Da lunedì nell’area interdetta al pubblico inizieranno i rilievi dei tecnici per comprendere se era prevedibile l’eruzione di ieri.
Ieri era il compleanno del piccolo di dieci anni che aveva chiesto di festeggiarlo alla riserva la mamma e il papà avevano voluto accontentarlo recandosi ad Aragona poi l’immane tragedia.
L’ultima esplosione nella riserva di Macalube di Aragona è avvenuta sei anni fa.
La riserva naturale è stata istituita nel 1995 e gestita da Legambiente Sicilia.
La riserva di trova a soli 15 chilometri da Agrigento ed è una delle mete più gettonate dai turisti che accorrono a migliaia per visitare la riserva.