Un verdetto sorprendente è stato emesso dalla corte di appello di Napoli, confermando la condanna di 5 anni per Kelvin Egulbor, cittadino nigeriano, per il suo tentativo di estorsione da 2 euro.
Kelvin Egulbor, un cittadino nigeriano di 25 anni senza dimora fissa, è stato giudicato colpevole per aver cercato di estorcere due euro da un automobilista. L’episodio ha avuto luogo quando Egulbor minacciò di danneggiare la capottina in tela di un’auto parcheggiata dopo che l’automobilista si era rifiutato di cedergli i soldi. La corte di appello di Napoli ha recentemente confermato la sentenza di cinque anni di carcere per questo tentativo di estorsione, scatenando un dibattito sulla giustezza della pena inflitta.
Il caso di Kelvin Egulbor ha sollevato domande sulla proporzionalità della condanna. Nonostante l’importo esiguo coinvolto nell’estorsione e le circostanze specifiche dell’incidente, la giustizia italiana ha ritenuto appropriato imporre una condanna così lunga. “Siamo profondamente preoccupati per la severità di questa sentenza”, ha commentato il garante dei diritti dei detenuti campano, che ha espresso dubbi sulla giustizia del verdetto.
Il tentativo di estorsione da due euro ha dimostrato che il sistema legale italiano ha preso una posizione ferma contro qualsiasi forma di estorsione, indipendentemente dall’entità del denaro coinvolto. Tuttavia, la sentenza di cinque anni sembra essere eccessiva e potrebbe mettere in discussione la giustezza del sistema giudiziario in Italia.
Il caso di Kelvin Egulbor, condannato a cinque anni di carcere per un tentativo di estorsione da due euro, ha sollevato preoccupazioni sulla proporzionalità delle pene nel sistema giudiziario italiano. Nonostante l’intento di combattere il crimine, è fondamentale che le condanne rispecchino adeguatamente la gravità dei reati e le circostanze specifiche di ogni caso.