Andrea Napolitano si è suicidato in carcere, aveva ucciso la sua ex, Ylenia Lombardo e poi dato alle fiamme il corpo
Andrea Napolitano, condannato all’ergastolo per l’omicidio della sua compagna Ylenia Lombardo, è morto suicida nel carcere di Poggioreale, Napoli, riaccendendo il dibattito sulla salute mentale in carcere.
Il suicidio in carcere di Andrea Napolitano
Un tragico evento ha scosso le mura del carcere di Poggioreale: Andrea Napolitano, 40 anni, condannato all’ergastolo per il femminicidio della sua compagna Ylenia Lombardo, è stato trovato morto per suicidio.
La vittima era stata lasciata senza vita dallo stesso Napolitano dopo una violenta lite per una carta prepagata contenente 15mila euro. Segue l’atroce gesto, Napolitano aveva incendiato l’appartamento. Prima di questo tragico episodio, era noto che Napolitano fosse in cura presso il centro di igiene mentale.
La risposta del garante delle persone sottoposte a misure restrittive
Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha commentato il suicidio di Napolitano con parole incisive:
«Mi colpisce la grande determinazione con cui il detenuto 40enne di Poggioreale si è suicidato a metà mattinata oggi. Era a rischio suicidario da un anno, era seguito e monitorato… Così come esiste un SerD Area Penale, che è uguale ad un SerD esterno, deve esistere una Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Salute Mentale in carcere».
La problematica dei suicidi in carcere
Ciambriello ha proseguito, evidenziando la complessità e la gravità della questione dei suicidi in carcere: «Sono tante le motivazioni per cui singoli detenuti scelgono di suicidarsi… Andrea pur ben seguito da un anno, visto che era nel protocollo di rischio suicidario, ci costringe a mettere in campo qualche proposta operativa in termini di personale specializzato, attività trattamentali e relazioni con il mondo esterno…».