Alessia Masaracchia, neomamma di Serina, ha dovuto affrontare l’insolita richiesta di acquistare un biglietto intero per il suo neonato di 40 giorni durante una visita al cinema, sollevando questioni sulle politiche di accesso.
Alessia Masaracchia, giovane madre entusiasta di non rinunciare alle sue uscite culturali nonostante la recente maternità, si è imbattuta in un inatteso ostacolo quando ha deciso di andare al cinema con il suo bambino di appena quaranta giorni e alcuni amici.
Contrariamente a quanto si aspettava, al momento dell’ingresso, il personale le ha richiesto l’acquisto di un biglietto anche per il piccolo Andrea, nonostante la evidente impossibilità del bambino di occupare una poltrona o seguire la proiezione.
La richiesta ha sorpreso Alessia, che ha prontamente cercato di ottenere delucidazioni dal personale. Le è stato spiegato che per questioni di sicurezza era necessaria la registrazione di ogni spettatore, inclusi i neonati.
Tuttavia, Alessia ha sottolineato come in molte altre situazioni, come viaggi aerei o altri tipi di spettacoli, i bambini della stessa età di Andrea non siano soggetti a tariffa. Nonostante la discussione e il tentativo di evidenziare la situazione particolare, Alessia si è vista costretta a pagare il prezzo pieno del biglietto, nove euro, per il suo neonato.
La situazione ha portato Alessia a condividere la sua esperienza sui social media, suscitando un ampio dibattito sulla ragionevolezza delle politiche di accesso al cinema per i neonati e i bambini piccoli.
La redazione dell’Eco di Bergamo ha tentato di contattare il cinema per un commento; una risposta preliminare ha indicato che, sebbene vi sia una politica di prezzo ridotto per i bambini fino a nove anni, generalmente si sconsiglia la presenza in sala di bambini così piccoli.
Questa esperienza solleva importanti questioni sulla necessità di bilanciare le politiche di sicurezza con la flessibilità e la comprensione delle esigenze delle famiglie giovani.