L’indagine della Dda di Bari svela come i clan di Japigia abbiano influenzato l’esito delle primarie del 2019, facilitando l’ascesa di Maria Carmen Lorusso al consiglio comunale.
Le elezioni comunali del 2019 a Bari sono state segnate da un grave scandalo: i clan di Japigia, noti per le loro connessioni mafiose, hanno manipolato le primarie del centrodestra, contribuendo all’elezione di Maria Carmen Lorusso. Dietro questa operazione c’era Giacomo Olivieri, marito della Lorusso, che aveva stretto patti con la mafia per assicurare la vittoria della moglie. Secondo le accuse della Dda di Bari, Olivieri aveva promesso denaro e favori a membri delle organizzazioni mafiose per ottenere il loro sostegno.
L’indagine ha portato all’arresto di Olivieri e alla detenzione domiciliare della Lorusso e di altri implicati nell’inchiesta, tra cui Vito Lorusso, Donato De Tullio, Michele De Tullio, Mirko Massari, Bruna Montani, Bruno Montani, Leonardo Montani, Michele Nacci, Antonio Petroni, Michele Piscitelli, Gaetano Strisciuglio, e Pasquale Tisti. Anche Vincenzo Azzariti, Leonarda Loiodice, Maria Gravina, e Maria Montani sono stati posti agli arresti domiciliari. Questo gruppo di individui è accusato di aver orchestrato uno scambio di voti politico-mafioso, dimostrando come la corruzione possa intrecciarsi profondamente con la politica locale.
L’operazione ha messo in luce un sistema corrotto di promesse elettorali, dove voti venivano scambiati per denaro, beni e promesse di lavoro. Figure come Tommaso Lovreglio, legato ai clan Parisi, avrebbero garantito supporto a Olivieri in cambio di ingenti somme di denaro. Questa intricata rete di corruzione evidenzia una realtà preoccupante nelle elezioni comunali di Bari, dove la criminalità organizzata ha avuto un ruolo decisivo nel plasmare l’esito delle votazioni, mettendo in dubbio l’integrità del sistema elettorale e la legittimità dei suoi esiti.
L’indagine condotta dalla Dda di Bari rivela un quadro allarmante di come le dinamiche elettorali possano essere contaminate dall’influenza mafiosa, sollevando seri interrogativi sulla trasparenza e sulla legalità del processo democratico in città. Questo scandalo sottolinea l’urgente necessità di riforme per prevenire future interferenze criminali nelle elezioni, assicurando che la volontà dei cittadini sia rispettata e tutelata.