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Scandalo a Bari: la frase choc dell’oncologo Lorusso nelle intercettazioni della Dda

Interferenze mafiose nelle elezioni comunali di Bari del 2019 emergono dalle intercettazioni, con Vito Lorusso, oncologo, che fa commenti scioccanti su un paziente.

Interferenze mafiose e tattiche elettorali scorrette

Le intercettazioni rivelate dalla Dda di Bari gettano luce su un sistema di compravendita dei voti orchestrato da esponenti della mafia locale per influenzare l’esito delle elezioni comunali del 2019. Giacomo Olivieri, figura chiave in questa trama, ha discusso apertamente di strategie per mobilitare i voti dei familiari dei detenuti e altri gruppi, evidenziando un inquietante intreccio tra criminalità organizzata e politica. Queste azioni avevano l’obiettivo di assicurare un posto in consiglio comunale a Maria Carmen Lorusso, figlia dell’oncologo Vito Lorusso, svelando un abuso del potere e del voto democratico.

Commenti inquietanti di Vito Lorusso su un paziente

Le parole di Vito Lorusso, oncologo di Bari, hanno suscitato sgomento e indignazione. Durante una conversazione intercettata, Lorusso ha fatto un commento cinico riguardo al destino di un giovane paziente, nipote del boss Savino Parisi, implicando che non avrebbe vissuto fino alla fine dell’anno: «Quello non arriva alla fine dell’anno»,. Questo giovane, descritto come il “nipote prediletto” del boss dalla Dda, era in cura presso Lorusso e coinvolto in un piano per raccogliere voti. La reazione di disgusto da parte della moglie di Lorusso a tali commenti riflette l’orrore per la mancanza di empatia e l’abuso di una posizione di fiducia per fini elettorali.

La mafia influenza le Elezioni: una rete di complicità

Ulteriori dettagli emersi dalle intercettazioni dipingono un quadro allarmante di come la mafia abbia cercato di manipolare le elezioni comunali a Bari, coinvolgendo non solo i criminali ma anche professionisti e politici. Conversazioni tra Tommaso Lovreglio e suoi associati rivelano un chiaro intento di acquistare voti e il vantaggio che ne sarebbe derivato per il clan. Queste rivelazioni non solo sottolineano la pervasività della corruzione nelle elezioni locali ma anche la complicità di colletti bianchi che hanno facilitato questi piani, mettendo in discussione l’integrità del processo elettorale e la fiducia nelle istituzioni democratiche.