Bambina di 4 anni rischia di morire, durante un’operazione i medici si dimenticano un pezzo di garza tra gola e naso
Una bambina di quattro anni ha rischiato la vita a causa di un pezzo di garza dimenticato dai medici dopo un’operazione, causando una grave crisi respiratoria.
L’incidente al Policlinico Umberto I
Una bambina di soli quattro anni ha vissuto momenti di terrore quando ha rischiato di soffocare a causa di un pezzo di garza lasciato accidentalmente dai medici tra il suo naso e la gola. Il frammento di tessuto, lungo tre centimetri, è diventato una minaccia letale per la piccola paziente. Il drammatico evento si è svolto una settimana dopo che era stata sottoposta a un intervento chirurgico di asportazione delle adenoidi presso il Policlinico Umberto I. La crisi respiratoria acuta che ne è seguita ha messo in luce la gravità dell’errore medico.
L’indagine della Procura di Roma
La situazione ha attirato l’attenzione della Procura di Roma, che ha aperto un’indagine per lesioni personali colpose. Nonostante non ci siano ancora stati indagati ufficiali, l’episodio solleva preoccupazioni significative riguardo la sicurezza e la qualità delle cure ospedaliere. “La procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni personali in ambito sanitario,” riporta La Repubblica, sottolineando la serietà con cui le autorità stanno trattando il caso.
La reazione dei genitori e le indagini in corso
Nonostante l’angosciante esperienza, la bambina è sopravvissuta grazie al suo istinto di sopravvivenza che l’ha portata a espellere il tessuto ostruente. Questo evento ha spinto i genitori a denunciare l’accaduto all’ospedale, esigendo che venga fatta luce sulla negligenza medica che ha messo in pericolo la vita della loro figlia. Il sostituto procuratore Eleonora Fini sta conducendo le indagini, focalizzandosi non solo su come il pezzo di garza sia rimasto inaspettatamente all’interno del corpo della bambina, ma anche sul perché i medici non abbiano dato credito alle sue lamentele post-operatorie. “Occorrerà capire come mai i medici non abbiano creduto alla bambina,” sottolinea l’articolo, evidenziando la necessità di un’indagine approfondita per prevenire futuri episodi simili.