La scomparsa di Ernesto Assante rappresenta una perdita significativa nel mondo del giornalismo e della critica musicale italiana
La sua carriera, iniziata nei tardi anni ’70, ha attraversato decenni di evoluzioni musicali e tecnologiche, lasciando un’impronta indelebile su generazioni di lettori, ascoltatori e spettatori.
Nato a Napoli il 12 febbraio 1958, Assante ha dato il via alla sua carriera giornalistica collaborando con il “Quotidiano dei lavoratori” nel 1977, per poi approdare come critico musicale a “Il manifesto” l’anno successivo, una collaborazione che si è protratta fino al 1984. Il suo nome è divenuto sinonimo di critica musicale di qualità grazie al lavoro svolto per “La Repubblica”, dove ha ricoperto ruoli di critico musicale, caporedattore ed inviato, oltre che per la sua presenza in numerose altre testate di prestigio sia italiane che internazionali, tra cui “Epoca”, “L’Espresso” e “Rolling Stone”.
La sua capacità di analizzare e commentare il panorama musicale lo ha reso una figura di spicco nel giornalismo italiano, apprezzato tanto per le sue recensioni acute quanto per la profondità delle sue analisi. La sua voce è stata fondamentale nel contesto del Festival di Sanremo, dove la sua esperienza e la sua critica hanno arricchito l’esperienza degli spettatori per anni.
Oltre al suo lavoro giornalistico, Assante ha lasciato un segno anche nell’ambito accademico, insegnando “Teoria e tecnica dei nuovi media” e “Analisi dei linguaggi musicali” alla Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. La sua collaborazione con l’Enciclopedia Italiana Treccani per le voci riguardanti la musica popolare testimonia ulteriormente il suo impegno nella divulgazione della cultura musicale.
La morte di Ernesto Assante, avvenuta a seguito di un malore improvviso, lascia un vuoto non solo tra i suoi familiari e amici ma anche nell’intera comunità musicale e giornalistica. Il suo contributo al mondo della musica, del giornalismo e della cultura rimarrà, tuttavia, un’eredità duratura, segno di una vita spesa nell’esplorazione e nella valorizzazione dell’arte musicale in tutte le sue forme. La sua passione per la musica, il suo impegno professionale e la sua capacità di comunicare hanno ispirato molti e continueranno a farlo attraverso il lavoro che lascia dietro di sé.