Tommaso ‘Tommy’ Parisi si dichiara estraneo alle accuse in un contesto di indagini sulla mafia
Tommaso ‘Tommy’ Parisi, cantante neomelodico noto per le sue connessioni familiari con il mondo della criminalità organizzata, ha recentemente fatto dichiarazioni spontanee in tribunale, affermando di essere “estraneo alle attività illecite” attribuite alla sua famiglia. Queste affermazioni sono emerse nel corso dell’indagine denominata “Codice nostro”, che ha condotto all’arresto di 135 individui legati al clan operante nel quartiere Japigia. Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari (gip) Alfredo Ferraro, Parisi ha insistito sul fatto che la sua vita professionale è dedicata esclusivamente alla musica.
Nonostante la sua dichiarazione di estraneità alle accuse correnti, Parisi ha riconosciuto di aver commesso errori in passato, specificatamente in relazione a un’inchiesta sulle scommesse online. Per quest’ultima, nel 2019, ha accettato un patteggiamento che prevedeva una pena di 22 mesi di reclusione. Attualmente, è accusato di associazione mafiosa e di intestazione fittizia di una società di caffè, utilizzata per rifornire alcuni bar della città, dimostrando così un legame continuativo con pratiche illecite.
Il percorso legale di Parisi si è complicato ulteriormente nel 2022, quando è stato condannato in primo grado a otto anni di reclusione per associazione mafiosa. Questa condanna è stata specificamente legata al suo coinvolgimento in una serie di estorsioni nei cantieri edili, evidenziando una profonda imbricazione con le attività criminali del clan familiare. Le dichiarazioni di Parisi, che tentano di distanziarlo dalle accuse di natura mafiosa, si inseriscono in un contesto giudiziario ancora in evoluzione, dove la sua carriera musicale emerge come un punto di luce in una storia altrimenti segnata da questioni legali e connessioni problematiche.