Makka, 19 anni, evita il carcere dopo aver ucciso il padre: arresti domiciliari confermati.
A Nizza Monferrato, nell’Astigiano, si è conclusa in maniera inaspettata l’udienza per Makka, la 19enne accusata di aver ucciso il padre a coltellate venerdì scorso. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Alessandria ha optato per non convalidare il fermo di indiziato di delitto, precedentemente disposto dal pubblico ministero, a causa della “ritenuta insussistenza del pericolo di fuga”. Di conseguenza, è stata applicata la misura degli arresti domiciliari, con l’uso del braccialetto elettronico, presso la comunità dove Makka risiede attualmente.
Nonostante l’esito dell’udienza preliminare abbia smentito le aspettative mattutine, come riportato dai carabinieri, Makka non potrà frequentare la scuola. Il suo legale, Massimiliano Sfolcini, ha dichiarato a LaPresse che la ragazza continuerà i suoi studi all’interno della comunità, evitando così l’esposizione a un possibile stress dovuto all’attenzione pubblica. Questa decisione è stata presa per salvaguardare il benessere psicologico di Makka in un momento così delicato.
Makka è attualmente sotto indagine per l’omicidio volontario aggravato di suo padre, Akhyad Sulaev, 50 anni, di origine cecena. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite familiare, durante la quale la giovane avrebbe agito per difendersi e proteggere sua madre. Le indagini sul caso sono ancora in corso, e la comunità locale è in attesa di ulteriori sviluppi riguardanti questa tragedia che ha colpito Nizza Monferrato. La situazione di Makka, che ora si trova agli arresti domiciliari, continua a essere oggetto di attenzione sia legale che mediatica, evidenziando complesse questioni di giustizia e sicurezza personale.