La burocrazia nella sanità italiana ostacola l’accesso tempestivo alle cure per i pazienti oncologici, con attese estese al 2025 per prestazioni esenti da ticket, rispetto a disponibilità immediate a pagamento.
L’inefficienza burocratica del sistema sanitario pubblico italiano viene nuovamente messa sotto accusa. Diverse segnalazioni emergono sul territorio nazionale, evidenziando la disparità di trattamento tra chi può permettersi cure private e chi dipende dalla sanità pubblica.
Un caso emblematico è quello di una donna di Bergamo, malata di tumore, la donna si è vista assegnare una data per delle analisi specialistiche esenti da ticket solo verso la fine del 2025. Paradossalmente, la stessa prestazione, se fosse stata pagata privatamente a 422 euro, sarebbe stata disponibile il giorno successivo alla richiesta.
Questo episodio non è un’eccezione ma rappresenta una problematica diffusa su tutto il territorio nazionale, inclusa la regione Puglia e, in particolare, la città di Bari.
Un lettore della Gazzetta del Mezzogiorno porta all’attenzione un caso analogo nella città di Bari, accompagnando il suo racconto con documentazione fotografica.
Il paziente in questione, affetto da tumore, necessitava di una colonscopia presso l’ospedale Giovanni XXIII di Bari. La ricerca del servizio esente da ticket indicava come termine d’attesa i mesi di maggio-giugno del 2025.
In netto contrasto, la stessa ricerca effettuata senza l’esenzione (e quindi a pagamento) offriva disponibilità immediate, dimostrando come il giorno successivo alla richiesta fosse possibile ottenere l’appuntamento al costo di 340 euro.
La situazione descritta getta luce su un sistema sanitario che sembra operare a due velocità, dove l’accesso a trattamenti tempestivi è garantito solo a chi può permettersi di pagare.
Le dichiarazioni dei cittadini e le segnalazioni ricevute esprimono un profondo malcontento verso questa disparità di trattamento, sottolineando come la salute debba essere un diritto accessibile a tutti, indipendentemente dalla condizione economica.
“Ecco qual è il calvario di un malato oncologico a Bari nel 2024“, si legge nella lettera di un lettore, riassumendo efficacemente il senso di ingiustizia percepito da chi si trova a navigare in questo sistema.