Alex Cotoia uccise il padre violento con 34 coltellate: le ragioni per cui è stato condannato a 6 anni di carcere
In un drammatico episodio di violenza familiare a Collegno, Alex Cotoia uccide il padre con 34 coltellate. La Corte d’Assise d’Appello di Torino condanna Alex, non riconoscendo la legittima difesa a causa dell’eccessiva violenza impiegata.
La tragica fine di un conflitto familiare
La città di Torino è stata teatro di un evento sconvolgente quando Alex Cotoia, precedentemente noto come Pompa, ha ucciso suo padre, Giuseppe, a Collegno. L’accusa grave portata contro di lui deriva dall’uso di sei coltelli diversi per infliggere 34 coltellate, una violenza che i giudici della Corte d’Assise d’Appello hanno definito sproporzionata. La condanna a sei anni, due mesi e venti giorni riflette la valutazione dei giudici sulla mancanza di proporzionalità nell’agire di Alex, che ha sostenuto di aver agito per proteggere se stesso e la sua famiglia da un padre violento.
Il dibattito sulla legittima difesa
Il cuore della sentenza ruota attorno alla questione della legittima difesa, con i giudici che chiariscono i criteri necessari per la sua applicazione. Essi sottolineano che deve esserci un pericolo attuale e concreto, e che la reazione deve essere inevitabile e proporzionata all’offesa. Questa interpretazione esclude la legittima difesa in questo caso, data l’intensità dell’attacco portato da Alex contro suo padre, evidenziando una condotta giudicata “francamente aggressiva” dalla corte.
Contraddizioni e conseguenze legali
Le dichiarazioni di Loris Cotoia, fratello di Alex, e di altri membri della famiglia hanno aggiunto complessità al caso, presentando contraddizioni significative che hanno influenzato il verdetto finale. Queste discrepanze nelle testimonianze, specialmente rispetto agli eventi immediatamente seguenti il crimine, hanno portato i giudici a trasmettere gli atti alla procura di Torino per ulteriori valutazioni.