In un tragico evento che ha scosso l’Italia, Maria Chindamo è stata brutalmente assassinata e i suoi resti dati in pasto ai maiali. La donna, scomparsa il 6 maggio 2016 a Limbadi (Vibo Valentia), è stata vittima di un complotto familiare guidato, secondo le accuse, dal suo ex suocero Vincenzo Punturiero, con legami cpn le potenti famiglie dei Bellocco a Rosarno.
“In questa terra succede anche che un nonno, canta le filastrocche ai nipoti e nel contempo elabora l’idea di uccidere la loro mamma, sua nuora”.
Queste parole di Vincenzo Chindamo, fratello della vittima, rivelano la duplicità di un familiare che, pur mostrandosi affettuoso, nasconde un cuore nero pieno di rancore.
Il motivo dietro l’atroce gesto sarebbe legato al suicidio di Ferdinando Punturiero, figlio di Vincenzo Punturiero e marito di Maria, avvenuto un anno prima della tragica scomparsa della donna. La famiglia Punturiero ha visto in Maria la causa della disperazione di Ferdinando, spingendoli a meditare vendetta.
Il delitto di Maria Chindamo porta con sé una trama complessa di dolori familiari e vendette.
Salvatore Ascone, 58 anni, è accusato di aver collaborato con Vincenzo Punturiero nell’organizzazione e esecuzione del macabro piano.
Maria aveva iniziato una nuova relazione sentimentale con un poliziotto dopo la morte del marito, un fatto che non è stato tollerato da Vincenzo Punturiero, che ha visto in questo legame una vergogna insopportabile, spingendolo a ordinare l’omicidio della nuora.
Maria Chindamo era una donna forte e determinata, qualità che non passarono inosservate neanche alla ‘ndrangheta, interessata alle sue terre.
Nonostante le pressioni, Maria ha continuato a lottare per la sua indipendenza, mostrando un coraggio che, purtroppo, l’ha resa bersaglio del rancore di coloro che non tolleravano la sua perserveranza.