Noemi, campionessa di nuoto, morta soli 21 anni per un incidente con lo scooter, la rabbia dei genitori “Bisogna indagare ancora”
Dopo cinque anni, una speranza per la sicurezza stradale in memoria di Noemi Carrozza, grazie alla nuova direzione presa dal caso.
Una lotta per la giustizia e la sicurezza
I genitori di Noemi Carrozza, Papà Lorenzo e mamma Cinzia, continuano a cercare giustizia e sicurezza stradale a cinque anni e mezzo dalla tragica scomparsa della loro figlia. Il gip Flavia Costantini ha respinto l’ultima richiesta di archiviazione del caso, offrendo una nuova speranza alla famiglia. La morte di Noemi, avvenuta sulla via Cristoforo Colombo a Roma dopo uno scontro contro un albero, non ha trovato un colpevole fino ad ora, ma i suoi genitori sperano in un cambiamento. “La sofferenza benché siano trascorsi cinque anni e mezzo non è diminuita e mai potrà accadere ma quello che importa è che venga riconosciuta la necessità di proteggere quel tratto di strada. Per noi è una ferita aperta ma sarebbe almeno di consolazione sapere che altri figli sono al sicuro,” hanno dichiarato.
La tragedia di un talento spezzato
Noemi non era solo una giovane donna in viaggio quel giorno; era una campionessa di nuoto sincronizzato con una vita piena di promesse davanti a sé. Quel tragico giorno stava andando ad allenarsi, un routine che non avrebbe mai immaginato sarebbe stata la sua ultima. “Percorreva la strada – ricorda commosso il papà – a 42 chilometri, quindi sotto il limite di velocità, non si era distratta dal cellulare” eppure il suo viaggio si concluse in maniera tragica, sollevando interrogativi sulla sicurezza stradale e sull’assenza di misure protettive come il guardrail.