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Andrea muore a 40 anni per un forte mal di testa dopo essere stato dimesso due volte dall’ospedale: indagati due medici

La tragedia di Andrea Naliato: indagini chiuse e medici sotto accusa

Il doloroso percorso per un mal di testa fatale

A soli 40 anni, Andrea Naliato, un autotrasportatore, ha perso la vita in circostanze tragiche che hanno scosso la comunità e sollevato interrogativi sulla condotta medica. A fine ottobre 2022, Andrea inizia a soffrire di forti mal di testa, un sintomo che si rivelerà premonitore di un tragico epilogo. Dopo due visite al pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia e trattamenti mirati a regolare la pressione sanguigna, il persistere dei sintomi e un malore improvviso portano Andrea alla morte per emorragia cerebrale il 4 novembre, soltanto pochi giorni dopo essere stato dimesso per la seconda volta dall’ospedale.

L’indagine e le responsabilità

La famiglia di Andrea, cercando risposte e giustizia per la perdita, ha presentato un esposto alla procura di Padova, dando avvio a un’indagine che si è conclusa nei giorni scorsi. Inizialmente, sei persone, tra medici e infermieri, sono state iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo. Successivamente, l’attenzione si è concentrata su due medici: il radiologo Luigi Davì e il medico di pronto soccorso Virginio Brazzale, entrambi operanti presso l’ospedale di Schiavonia. Secondo le accuse della Procura, Davì avrebbe mancato di diagnosticare un aneurisma cerebrale evidente, mentre Brazzale non avrebbe considerato il ricovero o consultato specialisti prima di dimettere Naliato come semplice caso di ipertensione.

La ricerca di giustizia per Andrea

La chiusura delle indagini segna un passo importante per la famiglia di Andrea Naliato nella ricerca di giustizia. Mentre la comunità aspetta il prosieguo del processo legale, il caso solleva questioni profonde sulle procedure di diagnosi e trattamento in emergenza, sulla necessità di un approccio più cauto e approfondito in presenza di sintomi potenzialmente gravi, e sull’importanza di un sistema sanitario che possa garantire la sicurezza e la salute dei pazienti.

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Lorenzo Costantino