Mamma aggredisce una maestra con schiaffi e calci all’addome: “Non ti dovevi permettere di rimproverare mio figlio”
Un’insegnante è stata aggredita brutalmente da una madre di studente con legami familiari noti, sotto gli occhi di genitori e docenti.
L’aggressione in pieno giorno
Una mamma, affiliata a un noto clan sinti, ha attaccato una maestra. L’incidente è avvenuto martedì, poco prima dell’ora di pranzo, proprio all’uscita della scuola, una scena che ha lasciato genitori e insegnanti in stato di shock.
L’aggressione è iniziata con un violento confronto verbale. “Non ti dovevi permettere di rimproverare mio figlio,” ha urlato la donna alla maestra, prima di passare a gesti ancor più violenti. Con una serie di schiaffi al volto e calci all’addome, la madre ha manifestato in modo drammatico il suo disappunto verso il comportamento disciplinare dell’insegnante.
Testimoni oculari, tra cui altri docenti e genitori presenti per prendere i propri figli, hanno descritto la scena con dettagli inquietanti, sottolineando la ferocia dell’attacco.
La reazione della scuola e le cure alla maestra
Immediatamente dopo l’aggressione, la segreteria della scuola ha agito con prontezza, chiamando i soccorsi per assistere la maestra ferita. Un’ambulanza del 118 è arrivata sul posto, fornendo le prime cure alla donna, che, fortunatamente, ha riportato solo lievi ferite ma era in uno stato di choc evidente.
Le forze dell’ordine sono intervenute poco dopo, raccogliendo la testimonianza della maestra aggredita. La madre aggressiva, nel frattempo, era già stata allontanata dalla scena da alcuni familiari, rendendo necessarie ulteriori indagini per chiarire completamente la dinamica degli eventi.
Indagini in corso e risposte istituzionali
L’episodio è ora al centro di un’indagine dettagliata, con le autorità che mantengono il massimo riserbo sulle loro azioni. Il dirigente scolastico, interpellato sull’accaduto, ha optato per un laconico “no comment”. Tuttavia, ha lasciato intendere che sono state attivate tutte le procedure necessarie per informare gli uffici didattici e le autorità scolastiche competenti, seguendo il protocollo previsto in questi casi.