Non si acquieta la tempesta tra Marco Travaglio e Michele Santoro dopo l’improvviso abbandono del noto giornalista e coodirettore de “Il fatto Quotidiano” della trasmissione “Servizio Pubblico” avvenuto giovedì scorso.
Il duro scontro tra Michele Santoro, conduttore della nota trasmissione “Servizio Pubblico” e l’opinionista Marco Travaglio è avvenuto in seguito all’acceso incontro tra il giornalista de “Il fatto Quotidiano” e il presidente della regione Liguria, Claudio Burlando.
Marco Travaglio ha aspramente criticato il comportamento del governatore Ligure che secondo il giornalista è da trent’anni l’uomo più potente della regione ed in questi lunghi anni non ha fatto nulla per evitare che ci fossero nel frattempo quattro alluvioni nel territorio ligure.
Santoro per cercare di calmare gli animi aveva invitato Marco Travaglio a moderare i toni e a dare la possibilità al governatore ligure di controbattere alle pesanti accuse.
In risposta alla richiesta di Michele Santoro, Marco Travaglio improvvisamente aveva abbandonato la trasmissione.
Il giorno dopo c’è stato un comunicato stampa di Michele Santoro che ha chiarito che l’amicizia con Marco Travaglio resterà sempre intatta ma ha tenuto anche a precisare che durante la trasmissione bisogna usare toni moderati e dare agli ospiti la possibilità di replica.
Santoro ha terminato il comunicato con l’augurio che alla prossima puntata di “Servizio Pubblico” ci sarà Marco Travaglio.
La risposta del condirettore de “Il fatto Quotidiano” non si è fatta attendere e con un editoriale ha risposto duramente a Michele Santoro.
L’editoriale di Marco Travaglio inizia così: “Mi scuso anzitutto con il supremo governatore Claudio Burlando per aver proditoriamente insinuato che il politico più potente di Genova e della Liguria da 30 anni sia lui, mentre tutti sanno che sono io”
L’articolo del giornalista poi continua così: “Mi scuso per aver affermato che è stato, nell’ordine: assessore, vicesindaco e sindaco di Genova, poi ministro dei Trasporti, infine governatore della Liguria, mentre avrei dovuto ammettere che tutte quelle cariche le ho ricoperte io. Mi scuso per avergli attribuito ingiustamente la cementificazione della sua città e della sua regione, il piano casa tutto cemento, l’imboscamento di 8 dei 10 milioni stanziati dallo Stato per l’alluvione del 2010, la piastra di cemento per parcheggi costruita a monte del torrente Fereggiano, il mega-centro commerciale per 5 mila persone in una zona definita dal suo stesso assessore “a rischio di alluvioni” dopo la tragedia del 2011, i porticcioli turistici per impreziosire la costa in tandem col grande Scajola, il blocco dei lavori sul torrente Bisagno non per colpa dell’ex sindaco Sansa né del Tar, ma dalla Regione che non ha fatto nulla dal 2012, mentre è universalmente noto che tutte quelle brutte cose le ho fatte tutte io”.
Ora però in molti attendono la prossima puntata di “Servizio pubblico” che si terrà giovedì 23 ottobre per vedere se Marco Travaglio sarà regolarmente al suo posto oppure il dissidio con Michele Santoro è tanto insanabile da determinare l’addio del noto giornalista alla nota trasmissione.