In un’aula di tribunale carica di tensione, proprio nel giorno del primo anniversario della morte di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello ha fatto una confessione sconvolgente riguardo al brutale omicidio della compagna, incinta al settimo mese.
“La persona che ero in quel periodo non è quella di oggi. Questo processo mi sta aiutando a mettere a posto dei punti che avevo sparsi, dei tasselli confusi. Ora posso parlare della reale verità, oggi sono una persona lucida”, ha dichiarato Impagnatiello, mostrando un’apparente presa di coscienza sulle sue azioni passate.
Le indagini hanno rivelato che nei mesi precedenti al delitto, Impagnatiello aveva condotto ricerche su internet che includevano termini come ‘ammoniaca feto’ e ‘veleno topi incinta’, dimostrando un’intenzione premeditata di nuocere a Giulia e al bambino non ancora nato. Durante il processo, ha risposto alle domande del pubblico ministero, ammettendo: “Mi sono reso conto di aver costruito un immenso castello di bugie in cui io stesso sono annegato.” Quando gli è stato chiesto se fosse consapevole di aver confuso le indagini iniziali, ha risposto: “Sì, ma non era mia intenzione”.
Queste confessioni in aula hanno non solo chiarito molti dettagli del caso ma hanno anche aggiunto un livello di complessità alla valutazione della sua colpevolezza. L’accusa di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza ora pesano ancor più sulle spalle di Impagnatiello, mentre il processo continua a svelare la verità dietro un crimine tanto orribile quanto incomprensibile.
La testimonianza di Impagnatiello è un momento chiave nel processo, che avrà un impatto significativo sulle decisioni del tribunale e sull’opinione pubblica.