Nicolò Fagioli, giovane talento della Juventus, ha recentemente condiviso la sua lotta personale contro il vizio del gioco d’azzardo, una battaglia che lo ha visto affrontare momenti di profonda solitudine e disperazione nonostante il successo sul campo.
“Mi annoiavo, sembra assurdo ma è così. Il successo non è un’armatura che resiste alla solitudine,” ha confessato Fagioli, sottolineando come anche i successi professionali non bastino a colmare certi vuoti esistenziali.
La caduta e la risalita
Il percorso di Fagioli verso il recupero è stato segnato da momenti di estrema difficoltà. Dopo essere stato squalificato per sette mesi a causa delle scommesse, il centrocampista si è trovato a dover riflettere intensamente sulla sua vita e sulle sue scelte. La sua rinascita è stata aiutata dalla condivisione dei suoi “demoni”, un passo cruciale che gli ha permesso di confrontarsi con la realtà del vizio e di iniziare a lavorare su se stesso. “Mi facevo schifo, ma non potevo farne a meno,” ha ammesso, evidenziando la lotta interna che ha dovuto affrontare.
Uno sguardo al futuro
Ora, con il peggio alle spalle, Fagioli guarda al futuro con rinnovato ottimismo. La sua storia serve come monito e ispirazione, dimostrando che è possibile superare anche le dipendenze più oscure con il supporto giusto e una forte volontà personale. Tornato in campo nelle ultime due giornate di Serie A e potenzialmente in lista per gli imminenti Europei, il giovane calciatore ha una nuova opportunità per dimostrare la sua forza non solo come atleta, ma anche come individuo che ha superato grandi ostacoli personali.