Ragazzina disabile esclusa dalla foto di classe, i genitori chiedono spiegazioni a scuola, ognuno dà la colpa a qualcun’altro
Un grave episodio di esclusione è stato riportato a Fara Sabina, dove una giovane studentessa con disabilità è stata lasciata fuori dalla foto di classe.
Questo incidente è accaduto all’inizio dell’anno scolastico ma è venuto alla luce solo recentemente. La studentessa, che ogni martedì deve lasciare anticipatamente la scuola per sottoporsi a terapie mediche necessarie, quel giorno ha dovuto rinunciare anche alla foto di classe, scattata proprio durante la sua assenza. La madre della ragazza, in un’intervista esclusiva a Il Messaggero, ha condiviso il proprio sconcerto e delusione: “Era martedì grasso, e i bambini, come sempre, hanno festeggiato il carnevale a scuola. Quel giorno, per giunta, sarebbe stata scattata anche la foto di classe, ma come tutti i martedì di ogni settimana, nostra figlia deve uscire in anticipo da scuola, alle 11, per recarsi a fare una terapia obbligatoria necessaria per il suo stato di salute. E così è accaduto anche quel martedì”.
La reazione della famiglia
La famiglia, una volta scoperto l’accaduto tramite il gruppo whatsapp dei genitori della classe, ha immediatamente cercato spiegazioni. La madre continua: “È in quel momento, con dispiacere, delusione e profonda amarezza, che abbiamo scoperto che nostra figlia nelle foto non c’era”. I genitori hanno poi contattato il preside Giovanni Luca Barbonetti il giorno seguente, esponendo le loro perplessità e chiedendo un chiarimento ufficiale.
La risposta della scuola e il persistere del disaccordo
Il preside Barbonetti, dopo aver ricevuto la mail, ha convocato un incontro con i docenti e i genitori coinvolti per discutere l’incidente. Tuttavia, non è stato raggiunto alcun accordo soddisfacente. “Di fatto, nessuno. I docenti hanno avuto una posizione diametralmente opposta alla nostra, spiegando che tutti erano a conoscenza di tutto. Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni, discordanti tra loro. Nella sostanza si è prefigurato uno scenario da ‘parola dell’uno contro parola dell’altro’. E non è cambiato nulla. Ecco perché vogliamo denunciare quanto in realtà si è verificato. Se parliamo di inclusione, quella vera, quella di cui necessita nostra figlia – concludono i genitori della ragazza – in questo caso possiamo dire che sia proprio venuta meno”.