Chico Forti torna in Italia dopo 24 anni di carcere negli Stati Uniti, dove era stato condannato all’ergastolo.
Dopo aver trascorso quasi 25 anni in un carcere statunitense, Chico Forti è stato trasferito in Italia, dove ha ricevuto un’accoglienza calorosa. Il 65enne triestino, intervistato da Bruno Vespa nel programma Cinque Minuti su Rai1, ha descritto la sua esperienza negli Stati Uniti come umiliante. “Il primo marzo ho ricevuto una chiamata che ha scombussolato il mio penitenziario, perché mi hanno detto ‘Forti hai una chiamata dalla Casa Bianca’”, ha raccontato Forti. Durante quella chiamata, ha parlato con l’ambasciatrice italiana a Washington, che gli ha annunciato, in presenza del presidente Biden e del primo ministro italiano Giorgia Meloni, che sarebbe tornato in Italia. La notizia del suo trasferimento è stata un sollievo per Forti, che ha ringraziato Meloni indipendentemente dall’esito.
Condannato all’ergastolo per omicidio, Forti ha affrontato 24 anni di detenzione negli Stati Uniti sostenuto solo dalla convinzione della propria innocenza. “Se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita”, ha dichiarato, sottolineando come la sua determinazione sia rimasta intatta nonostante le difficoltà. Il suo ritorno in Italia ha segnato un netto contrasto tra il sistema carcerario americano e quello italiano. “Tra il carcere di Miami e quello di Verona c’è una differenza enorme”, ha spiegato. Mentre il carcere di Miami era basato sulla punizione e l’umiliazione costante, in Italia ha ritrovato valori umani e rispetto. A Rebibbia e Verona, Forti è stato accolto “come un re”, ricevendo un rispetto che non vedeva da decenni.
Nel racconto del suo arrivo nei penitenziari italiani, Forti ha evidenziato l’accoglienza ricevuta a Rebibbia e Verona. “Quando sono arrivato in carcere mi hanno detto: ‘c’è il comandante che vuole parlarle’. Pensavo che fosse un agente della penitenziaria ma invece il primo che mi si è presentato è stato Schettino (l’ex comandante della Costa Concordia, detenuto a Rebibbia), il quale mi ha detto: ‘Chico, sei il mio eroe'”. Un altro aspetto significativo del suo ritorno è stato il sostegno ricevuto dal fratello della vittima, Dale Pike. Negli ultimi quattro anni, il fratello di Pike ha sostenuto con forza l’innocenza di Forti, facendo passi concreti per aiutarlo, come scrivere al presidente degli Stati Uniti e al governatore della Florida. Questo gesto ha rappresentato un importante sviluppo nella lotta di Forti per dimostrare la sua innocenza, evidenziando un momento di coscienza prevalente che ha unito entrambe le famiglie nel loro dolore.