Tragedia del Natisone, Patrizia e Bianca nella camera ardente vestite da sposa

A Udine, la comunità si è radunata per dare l’ultimo saluto a Patrizia Cormos e Bianca Doros, le due giovani donne di origine rumena tragicamente decedute nella piena del fiume Natisone. La loro cerimonia di commiato è stata profondamente toccante, rispettando una tradizione emotiva.

Un commosso addio

Nella casa funeraria di via Calvario, vicino al cimitero di San Vito a Udine, si è tenuta la camera ardente per Patrizia, di 20 anni, e Bianca, di 23 anni. Seguendo una tradizione rumena, le salme sono state vestite da sposa, un gesto simbolico di purezza e di tragico presagio per vite spezzate prematuramente. Le famiglie delle ragazze, visibilmente addolorate, hanno ricevuto il conforto delle autorità locali, tra cui il prefetto, il questore di Udine, e i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, è atteso per portare il suo saluto.

Cerimonia bilingue e trasferimento in Romania

La camera ardente rimarrà aperta fino alle 16 di domani, dopo di che si terrà una preghiera congiunta officiata da due sacerdoti, uno ortodosso e uno cattolico, per riflettere le radici spirituali delle due giovani. Successivamente, i corpi saranno trasportati in Romania, nella loro città natale di Tarna Mare in Transilvania, dove avranno luogo i funerali e la sepoltura.

Inchiesta aperta

Mentre la comunità piange la perdita di Patrizia e Bianca, le ricerche per Cristian Casian Molnar, il terzo giovane coinvolto nella tragedia e ancora disperso, continuano senza sosta. Diverse squadre di soccorso, compresi sommozzatori e dronisti, sono impegnate nelle operazioni lungo il Natisone. Contemporaneamente, è stata avviata un’inchiesta per omicidio colposo da parte della Procura della Repubblica di Udine, guidata dal Procuratore Massimo Lia, per indagare la tempestività dei soccorsi e altre possibili responsabilità.

Il doloroso ricordo di una madre

La madre di Patrizia, nel suo dolore, ha criticato la reazione del pubblico durante l’incidente, lamentando che molti hanno scelto di registrare l’evento piuttosto che aiutare. Ha sottolineato la disperazione di sua figlia, che aveva chiamato ripetutamente il 112, lasciando persino il suo nome e l’indirizzo in cerca di aiuto.