I due minori accusati dell’omicidio del 17enne per un debito di 250 euro, sono i figli di un noto avvocato e di un carabiniere

Omicidio a Pescara: fermati due minori per l’uccisione di un 17enne nel parco Baden Powell

I fermi e le prime indagini

Poche ore dopo il ritrovamento del corpo del 17enne ucciso a coltellate nel parchetto Baden Powell a Pescara, la polizia ha fermato due ragazzi, anch’essi minorenni. Gli arrestati sono il figlio di un comandante dei carabinieri di una stazione della provincia di Pescara e il figlio di un noto avvocato della città. I due giovani sono stati interrogati in questura.

La dinamica dell’omicidio

L’omicidio è avvenuto nel pomeriggio, al culmine di una lite tra ragazzi. Secondo le indagini, il delitto potrebbe essere legato a un piccolo spaccio nel parchetto, forse per un debito di poche centinaia di euro. La vittima, un 17enne residente a Rosciano, è stata colpita con un coltello da sub, arma che i due indagati avrebbero gettato in mare dopo l’omicidio. Per recuperare il coltello sono all’opera i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Le forze dell’ordine hanno sottolineato che il contesto sociale della vittima e dei due presunti colpevoli è “apparentemente normale”. I due ragazzi sono attualmente in stato di fermo in un centro di prima accoglienza e entro quattro giorni ci sarà l’udienza di convalida. Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono state fondamentali per risalire ai colpevoli, mostrando i movimenti del gruppo prima e dopo l’omicidio.

Reazioni e commenti

La Questura di Pescara ha rilevato una sorprendente mancanza di empatia emotiva e una palese incapacità di comprendere la gravità delle azioni commesse da parte dei due fermati. Questi atteggiamenti disfunzionali meritano un ampio approfondimento, insieme alla necessaria ricostruzione delle dinamiche e delle responsabilità del caso. L’indagine è seguita dal procuratore capo Giuseppe Bellelli e dalla polizia.

Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha espresso sgomento per l’omicidio: “L’omicidio di un giovanissimo, presumibilmente compiuto da altri due ragazzi, lascia sgomenti e senza parole. Qualunque sia il movente e lo scenario in cui è maturato il fatto, non si può morire così quando si ha una vita intera davanti. Allo stesso modo è assurdo che ci si macchi di un delitto così grave. Tutti ci dobbiamo interrogare sui limiti e le mancanze della nostra società nei rapporti con i più giovani. Il mio pensiero va alla famiglia della vittima e anche alle famiglie dei ragazzi che si sono macchiati di questo omicidio.”