Il mondo del cinema e del teatro in lutto: addio a Maria Rosaria Omaggio

Maria Rosaria Omaggio, attrice di talento e stella del cinema e del teatro, è morta a Roma all’età di 67 anni dopo una lunga malattia.

Una carriera stellare

Maria Rosaria Omaggio, nata da genitori napoletani, ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo italiano. La sua carriera iniziò sotto i riflettori della televisione, quando Pippo Baudo la lanciò nell’edizione 1973-1974 di Canzonissima, accanto a Loretta Goggi. Da quel momento, la sua ascesa fu inarrestabile. Negli anni successivi, Maria Rosaria conquistò per tre volte la copertina di Playboy, dal 1976 al 1982, diventando un’icona di bellezza e talento. Al cinema, fu diretta da Woody Allen in “To Rome with Love”, ma il ruolo che le valse maggiore riconoscimento fu quello di Oriana Fallaci nel film “Walesa – L’uomo della speranza” di Andrzej Wajda, per cui ricevette il prestigioso premio Pasinetti. A teatro, fu Eleonora Duse in “Sensi Dannunziani” e lavorò in spettacoli diretti da grandi registi come Alessandro D’Alatri e Enrico Maria Lamanna.

Il debutto e i successi cinematografici

Il debutto cinematografico di Maria Rosaria Omaggio avvenne con i film poliziotteschi “Roma a mano armata” e “Squadra antiscippo”, dove recitò accanto a Maurizio Merli e Tomas Milian. Negli anni seguenti, la sua filmografia si arricchì di titoli importanti, tra cui “Culo e camicia” di Pasquale Festa Campanile, in cui recitò insieme a Renato Pozzetto, Enrico Montesano e Leopoldo Mastelloni. Tuttavia, fu il film “Walesa – L’uomo della speranza” di Andrzej Wajda a consacrarla definitivamente, facendole ottenere il premio Pasinetti al Festival di Venezia per la sua straordinaria interpretazione di Oriana Fallaci. Questo ruolo segnò un punto culminante nella sua carriera, dimostrando la sua versatilità e profondità come attrice.

Una presenza forte anche a teatro e in letteratura

Oltre al cinema, Maria Rosaria Omaggio fu una figura di spicco anche nel teatro. La sua interpretazione di Eleonora Duse in “Sensi Dannunziani” e la sua partecipazione in spettacoli come “Diatriba d’amore contro un uomo seduto” di Gabriel García Márquez, diretta da Alessandro D’Alatri, dimostrarono la sua capacità di incarnare ruoli complessi e intensi. Come attrice futurista, fu diretta da Enrico Maria Lamanna nello spettacolo “Zang Tumb Tumb”. La sua passione per l’arte si estese anche alla letteratura, dove ricevette il premio Fregene per “Viaggio nell’incredibile” e altri riconoscimenti per opere come “L’energia trasparente” e “C’era una volta, c’è sempre e ci sarà ancora”.