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Filippo Turetta rincuorato dal padre, “Non sei un mafioso, non ammazzi le persone, però ti devi laureare”

Colloquio tra Nicola Turetta e il figlio Filippo in carcere: parole di conforto e preoccupazioni per il futuro

Parole di conforto del padre

Durante un colloquio avvenuto il 3 dicembre nella struttura detentiva di Montorio, Nicola Turetta ha cercato di rassicurare il figlio Filippo, attualmente in carcere a Verona per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nicola ha detto: “Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico. Ci sono stati parecchi altri. Però ti devi laureare”. Questa conversazione, intercettata dagli investigatori e inserita nel fascicolo processuale, è stata pubblicata dal settimanale Giallo e riportata da Corriere della Sera e L’Arena di Verona.

Discussione sulla situazione legale e il futuro

Durante l’incontro, durato poco più di un’ora e a cui ha partecipato anche la madre, Nicola ha cercato di tranquillizzare il figlio riguardo al suo futuro, nonostante la gravità dei crimini di cui è accusato. Ha detto: “Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. Filippo ha risposto positivamente quando il padre gli ha chiesto come si fossero comportati i magistrati con lui, dicendo: “Meglio di quello che mi aspettavo”. Tuttavia, ha espresso preoccupazioni riguardo alla sua difesa legale, temendo di non riuscire a comunicare tutto all’avvocato Giovanni Caruso.

Preparazione al processo

Filippo Turetta sarà processato il prossimo 23 settembre per l’omicidio di Giulia Cecchettin, scomparsa l’11 novembre e trovata morta giorni dopo. Giulia è stata uccisa a coltellate e il suo corpo è stato abbandonato nei pressi del lago di Barcis. Filippo dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, legame affettivo passato e stalking, oltre ai reati di occultamento di cadavere, porto d’armi e sequestro di persona. Rischia l’ergastolo. Durante l’interrogatorio, Filippo ha dichiarato di aver ucciso Giulia perché lei non voleva più stare con lui e si stava sentendo con un altro ragazzo.