Il naufragio del Bayesian: le vittime morte come topi, hanno cercato di fuggire durante i 16 minuti dell’affondamento
Il naufragio del Bayesian: le vittime hanno tentato di fuggire durante i 16 minuti dell’affondamento
Le prime testimonianze e la scoperta delle vittime
Il Bayesian, uno yacht di lusso, è affondato al largo delle coste di Porticello, vicino a Palermo, a causa di una tempesta improvvisa. Tuttavia, dalle indagini emergono dettagli che indicano una dinamica più complessa. Le vittime avrebbero avuto diversi minuti per rendersi conto del pericolo imminente e avrebbero cercato una via di fuga. I corpi delle vittime sono stati trovati in una zona diversa rispetto alle loro cabine, suggerendo che abbiano cercato di salvarsi prima che la nave si inabissasse. Sei delle sette vittime recuperate erano in una parte della nave che si è allagata per ultima, suggerendo una morte consapevole e tragica.
Le dichiarazioni del costruttore e l’analisi del tracciato AIS
Il costruttore del Bayesian, Giovanni Costantino, amministratore delegato di Italian Sea Group, ha rivelato che l’affondamento è avvenuto in 16 minuti, non in un minuto come inizialmente riportato. “La tortura è durata 16 minuti”, ha dichiarato. Secondo Costantino, il tracciato AIS (Automatic Identification System) mostra le prime criticità già alle 3:50 del mattino, quando lo yacht era già in balia del maltempo, muovendosi in varie direzioni. Costantino ha suggerito che il capitano avrebbe dovuto preparare la nave per l’emergenza, citando come esempio la barca Sir Robert Baden Powell, ancorata a 350 metri di distanza, che ha superato la tempesta senza problemi.
L’indagine della Procura e le ipotesi sul naufragio
La Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni colpose, anche se al momento non ci sono indagati. Testimonianze dei superstiti indicano che la nave ondeggiava vistosamente ben prima dell’affondamento e si inclinava leggermente. È stato ipotizzato che il naufragio potrebbe essere stato causato da errori umani, come il mancato chiusura di un portellone sul ponte superiore o un posizionamento errato dell’imbarcazione. Non si esclude che il sistema automatico di sicurezza, che dovrebbe sigillare la nave in caso di pericolo, possa non essere stato attivato correttamente. Gli investigatori continuano a esaminare tutte le possibilità per comprendere appieno le cause della tragedia.