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Omicidio Verzeni, il sosia di Johnny Depp si è inventato tutto, “Ho finto di conoscere Sharon per farmi pubblicità”

Fabio Delmiglio, attore 50enne di Brembate di Sopra, è stato denunciato per favoreggiamento personale dopo aver falsamente dichiarato di avere informazioni sul caso Verzeni.

Fabio Delmiglio denunciato per dichiarazioni false

I carabinieri di Bergamo hanno denunciato per favoreggiamento personale Fabio Delmiglio, noto sui social come il sosia di Johnny Depp. L’attore 50enne, residente a Brembate di Sopra, si era presentato lo scorso 24 agosto alla Stazione di Ponte San Pietro, dichiarando di essere in possesso di informazioni rilevanti riguardanti la morte di Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata lo scorso 30 luglio a Terno d’Isola. Tuttavia, durante l’interrogatorio, Delmiglio ha ammesso di aver inventato tutto nella speranza di ottenere visibilità mediatica.

Le false dichiarazioni sul caso Verzeni

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Delmiglio aveva sostenuto di aver incontrato Sharon Verzeni il 25 luglio, pochi giorni prima del suo tragico omicidio, e di aver scambiato con lei dei messaggi per motivi di lavoro. Il 50enne ha dichiarato che la 33enne voleva “pubblicizzare qualcosa”, ma durante l’interrogatorio ha poi confessato di essersi inventato tutto, sperando di ottenere un ritorno pubblicitario dalle interviste che sarebbero seguite alla sua convocazione in caserma.

Dopo aver ammesso la falsità delle sue dichiarazioni, Delmiglio ha tentato di giustificarsi, affermando di essersi confuso e di non aver mai realmente conosciuto Sharon Verzeni. Tuttavia, la sua ammissione non ha evitato la denuncia da parte dei carabinieri per favoreggiamento personale.

Le indagini sul caso Verzeni proseguono

Intanto, le indagini sulla morte di Sharon Verzeni continuano senza sosta. La 33enne è stata accoltellata la notte del 30 luglio in via Castegnate a Terno d’Isola, e dopo un mese non sono ancora emersi indagati per omicidio. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e cercando di individuare l’arma del delitto, nella speranza di tracciare il profilo di un possibile sospettato.