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Foggia, la rabbia della famiglia di Natasha: dopo la morte della 23enne e l’aggressione ai medici, “Non siamo pazzi, l’hanno uccisa”

La morte di Natasha, 23enne di Foggia deceduta durante un intervento chirurgico al Policlinico Riuniti, ha scatenato l’ira dei familiari, che accusano i medici di negligenza.

Le parole della sorella e l’accusa di malasanità

La tragica morte di Natasha, giovane di Foggia, durante un’operazione chirurgica ha provocato una reazione di forte rabbia e sconforto nella sua famiglia.

La sorella della 23enne, tramite i social, ha ricostruito gli eventi che hanno portato alla perdita della giovane, denunciando una gestione inadeguata da parte dei medici. “Nessun medico ci diceva dove fosse mia sorella.

A sangue freddo ho chiesto se fosse morta, e un dottore ha fatto un cenno. Poi non ho capito più nulla”, ha scritto la sorella di Natasha.

Le sue parole riflettono la disperazione e la frustrazione della famiglia, che ritiene che la morte di Natasha sia stata causata da errori medici. “Natasha è stata uccisa dai medici e questo è l’inizio di un incubo che non finirà più”, ha continuato la sorella, spiegando la sua versione dei fatti.

Secondo la ricostruzione della famiglia, la 23enne era stata sottoposta a diverse operazioni, tra cui una tracheotomia, e i medici avevano previsto il trasferimento della paziente a Roma per un intervento successivo, nonostante fossero stati assicurati miglioramenti.

Tuttavia, l’operazione al Policlinico si è rivelata fatale, e i familiari sostengono che la giovane avrebbe dovuto essere trasferita d’urgenza già prima dell’intervento, come previsto inizialmente.

Il racconto del drammatico epilogo

Secondo quanto riportato dalla sorella di Natasha, la situazione è precipitata il 4 settembre 2024, quando la giovane è stata portata in sala operatoria alle 17.45.

I familiari, in attesa di notizie, sono stati informati che l’intervento stava incontrando complicazioni, ma i medici, secondo la sorella, hanno sottovalutato la gravità della situazione.

“La nostra Natasha perdeva sangue e loro erano lì a parlare con noi”, ha raccontato la giovane, sottolineando l’apparente lentezza nel gestire un’emergenza così critica.

Alle 22.30, l’arrivo della Polizia ha aumentato la tensione tra i familiari, che non avevano ancora ricevuto risposte chiare sullo stato di Natasha.

Quando finalmente è stato comunicato loro che la giovane era deceduta, la famiglia ha reagito con estrema rabbia, portando all’aggressione di tre medici presenti. “La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella è stata uccisa da loro”, ha dichiarato la sorella, denunciando la mancata urgenza nel trasferimento della paziente.

Indagine in corso

La famiglia della 23enne accusa i medici di malasanità e ha chiesto che venga fatta chiarezza su quanto accaduto.

È stata aperta un’inchiesta sulla vicenda per stabilire eventuali responsabilità, mentre tre medici sono rimasti feriti nell’aggressione scaturita dalla rabbia dei familiari. La sorella di Natasha ha concluso il suo messaggio con domande aperte: “Perché non hanno messo un elisoccorso? Perché hanno fatto l’intervento sapendo che non erano competenti?”. Le risposte a queste domande sono ora al centro dell’indagine.