Strage familiare a Nuoro: il 14enne sopravvissuto alla furia omicida del padre, “ho finto di essere morto”
Dramma familiare a Nuoro: un uomo uccide moglie, figli e un vicino, lasciando un adolescente ferito e traumatizzato. La comunità si stringe nel dolore.
Il sopravvissuto: “Sono tutti morti”
La tragedia si è consumata mercoledì 25 settembre, quando un 52enne ha sterminato la sua famiglia a Nuoro.
Il figlio 14enne, ferito al volto ma miracolosamente sopravvissuto, è stato lui stesso a condurre i Carabinieri nella casa teatro del massacro, dove hanno ritrovato i corpi senza vita della madre, della sorella e del fratello minore, quest’ultimo in condizioni disperate prima di morire.
“Sono tutti morti”, ha detto ai militari il ragazzo, che ha evitato la morte fingendo di essere stato ucciso dal padre. Colpito al volto da un proiettile, ha riportato solo ferite non gravi e ha subito un intervento chirurgico per rimuovere le schegge dalla mandibola.
Un’altra vita salvata: il fratello assente durante la strage
La strage ha avuto un secondo sopravvissuto: Antonio Gleboni, fratello dell’assassino, che quella mattina era uscito di casa prima che si consumasse la tragedia. “Avrebbe ucciso anche me”, ha dichiarato Antonio, secondo quanto riportato da L’Unione Sarda. La ricostruzione della dinamica degli eventi è chiara: il killer, Roberto Gleboni, tornando dal lavoro alle 6:30, avrebbe avuto una lite con la moglie. Dopo la discussione, ha impugnato una pistola calibro 7.65, utilizzata per sparare al poligono, e ha fatto fuoco su tutta la famiglia: ha ucciso Giusi Massetti, 43 anni, la figlia Martina, 26, il figlio Francesco, 10, e un vicino di casa, Paolo Sanna, di 69 anni, incontrato per caso sul pianerottolo. Gleboni ha poi rivolto l’arma contro sé stesso dopo aver tentato di uccidere la madre Maria Esterina Riccardi, 84 anni, che è rimasta ferita e si trova attualmente in terapia intensiva.
Motivi ancora ignoti: indagini sul movente e fiaccolata per le vittime
Le motivazioni della strage rimangono incerte, con gli inquirenti che analizzano i conti e le dinamiche familiari alla ricerca di indizi sul movente dell’omicidio-suicidio. Nessun biglietto o prova concreta è stata trovata nella casa a Nuoro.
La famiglia si era trasferita in periferia dopo aver venduto una casa nel centro della città, ereditata dalla moglie dell’assassino, con i rapporti con la famiglia della donna interrotti da tempo. Le testimonianze dei conoscenti dipingono Gleboni come una persona problematica, con atteggiamenti bizzarri e comportamenti anomali, come dispetti nel condominio.
La comunità si prepara a commemorare le vittime con una fiaccolata organizzata per sabato 28 settembre, mentre si attendono i funerali, che potranno essere fissati solo dopo il nulla osta della procura e il completamento delle autopsie.