La WADA, Agenzia Mondiale Antidoping, ha presentato ricorso contro l’assoluzione del tennista Jannik Sinner, chiedendo una squalifica tra uno e due anni per il caso legato alla sostanza proibita Clostebol.
Mentre il tennista azzurro Jannik Sinner è impegnato a difendere il titolo nel torneo di Pechino, la WADA ha presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna.
L’organismo antidoping ha richiesto una squalifica tra uno e due anni per il caso Clostebol, nonostante il campione fosse stato completamente scagionato da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) lo scorso agosto, per assenza di “colpa o negligenza”.
Nella nota ufficiale rilasciata dalla WADA, si fa riferimento alla positività riscontrata a marzo 2024 a questa sostanza proibita e al fatto che l’appello sia stato presentato entro i termini previsti.
La WADA, nella sua nota ufficiale, ha dichiarato: “L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) conferma che giovedì 26 settembre ha presentato ricorso alla Corte arbitrale dello sport (TAS) nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, il quale è stato ritenuto esente da colpa o negligenza da un tribunale indipendente dell’ITIA, essendo risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024”.
La WADA ritiene che la conclusione di “nessuna colpa o negligenza” non sia corretta alla luce delle norme applicabili e, pertanto, ha richiesto un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni.
La WADA ha precisato che non intende annullare alcun risultato del tennista, tranne quello già squalificato in primo grado. La questione è ora nelle mani del TAS, e la WADA non fornirà ulteriori commenti fino alla conclusione dell’iter giudiziario.
Con la presentazione del ricorso, il caso ritorna al centro dell’attenzione del Tribunale Arbitrale dello Sport e rischia di gettare nuovamente un’ombra sul futuro del tennista italiano.
Tuttavia, Sinner può contare su solide basi difensive, avendo già ottenuto l’assoluzione grazie a posizioni mediche e scientifiche condivise da diverse autorità del settore.
Queste argomentazioni sono state decisive nella sentenza dell’ITIA che aveva assolto il 23enne campione azzurro dalle accuse di doping. L’udienza al TAS rappresenterà un momento cruciale per la carriera del tennista, che spera di poter dimostrare nuovamente la propria innocenza.