Le indagini sulla morte della 19enne Antonella Lopez si allargano con un nuovo indagato e riflessioni sulla sicurezza nei locali notturni.
Il caso dell’omicidio di Antonella Lopez, giovane del quartiere San Girolamo, morta il 22 settembre scorso dopo un colpo di pistola calibro 7,65 all’interno di una discoteca di Molfetta, vede ora un ulteriore sviluppo.
Alle indagini già in corso sul principale sospettato, Michele Lavopa, reo confesso del delitto, e sui tre presunti complici che lo avrebbero aiutato a fuggire e a sbarazzarsi dell’arma (tra cui un 17enne di Bitonto), si aggiunge un nuovo nome nel registro degli indagati.
La decisione è del sostituto procuratore antimafia, Federico Perrone Capano. La persona coinvolta non apparterrebbe ai gruppi già noti presenti la notte dell’omicidio, ma sarebbe oggetto di nuovi approfondimenti investigativi.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale, attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza, il gruppo di Lavopa arriva al locale Bahia intorno all’1.30.
Circa un’ora dopo, un altro gruppo, composto da Eugenio Palermiti Jr, Antonella Lopez, l’autista e amico di Eugenio, Francesco Crudele, Gianmarco Ceglie, Davide Rana (questi ultimi tre feriti in modo non grave dai colpi di pistola), un’amica di Antonella e altri ragazzi, viene ripreso all’ingresso del locale.
Gli atti descrivono come quest’ultimo gruppo sia entrato “con fare prevaricatore, senza pagare l’ingresso, entrando in contrasto con il personale di vigilanza presente”. Queste parole, riportate nell’ordinanza del gip Francesco Vittorio Rinaldi, convalidano il fermo di Lavopa. Inoltre, le dichiarazioni del buttafuori confermano le dinamiche riportate.
Il gip evidenzia ulteriori episodi di violenza avvenuti di recente in altre discoteche della zona, ponendo l’attenzione sulla mancanza di controlli nei locali della movida. «Sono emersi altri fatti di sangue, commessi in epoca recente in altre discoteche presenti sul territorio», riporta nell’ordinanza. Lo stesso Lavopa avrebbe dichiarato: «La pistola l’ho portata altre volte in discoteca e l’ho portata, come in questo caso, addosso.
Preciso che non ci sono mai perquisizioni, se non presso le discoteche più grandi e solo nelle serate più partecipate». A tal proposito, il procuratore aggiunto e coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, Francesco Giannella, ha sottolineato la facilità con cui si introducono armi nei locali e il rischio per gli innocenti presenti.
«Notiamo che i social e i luoghi di divertimento, come discoteche e pub, sono diventati spazi per manifestare la propria caratura criminale. Alcuni gruppi vanno in questi posti non per ballare e divertirsi, ma quasi esclusivamente per provocare», ha concluso il procuratore.