Confermata l’autenticità della firma di Pablo Picasso su un quadro ritrovato a Pompei. Il valore dell’opera potrebbe salire a 12 milioni di euro.
La storia incredibile del rigattiere Luigi Lo Rosso inizia nel 1962, quando, durante lo sgombero di una villa a Capri, scopre una tela arrotolata. Senza conoscerne il valore, porta l’opera a casa e la appende nel salotto, dove rimarrà per 50 anni. La tela raffigura un ritratto di donna che la famiglia chiama affettuosamente “lo sgorbio”. Solo molti anni dopo, uno dei figli di Lo Rosso nota una somiglianza tra quel dipinto e le opere di Picasso, sospettando che possa trattarsi di un quadro originale.
Agli inizi del 2000, la famiglia decide di investigare, sottoponendo il quadro a perizie e analisi chimiche. Gli studi suggeriscono che l’opera, probabilmente un ritratto di Dora Maar, poetessa e fotografa francese, è stata realizzata tra gli anni ’40 e ’50. Vari esperti si pronunciano a favore dell’autenticità e della provenienza dell’opera, tra cui Paolo Cornale, Davide Bussolari e l’avvocato Franca Vitelli. Malgrado queste verifiche, il quadro subisce un sequestro per presunta ricettazione, poi archiviata, e viene restituito alla famiglia.
A settembre, la grafologa Cinzia Altieri conferma che la firma sulla tela è autentica, attribuibile a Pablo Picasso. La consulenza sarà presentata alla Fondazione Picasso di Parigi insieme alle precedenti verifiche. Se confermata, l’opera potrebbe vedere il suo valore salire da 6 a 10-12 milioni di euro, portando a conclusione la lunga battaglia degli eredi di Luigi Lo Rosso per il riconoscimento del quadro come un autentico Picasso.