Un uomo di 36 anni, ritenuto deceduto per arresto cardiaco, è tornato in vita poco prima che iniziasse l’operazione di prelievo degli organi. L’episodio ha portato all’apertura di indagini.
In Kentucky, TJ Hoover, 36 anni, è stato dichiarato morto a seguito di un arresto cardiaco causato da un’overdose. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione della famiglia per l’espianto degli organi, il paziente è stato trasferito in sala operatoria.
Tuttavia, un’infermiera, Natasha Miller, ha notato movimenti e lacrime sul viso del paziente, segnalando l’anomalia e fermando l’operazione. Questo intervento ha evitato un errore che poteva rivelarsi fatale.
Donna Rhorer, sorella di Hoover, ha raccontato che, nonostante avesse notato un movimento negli occhi del fratello durante il trasporto, i medici avevano minimizzato la questione, definendola un riflesso corporeo.
Dopo l’episodio, la famiglia ha denunciato il caso e solo nel gennaio 2024 è stata contattata dal Kentucky Organ Donor Affiliates (Koda), che ha comunicato l’apertura di un’indagine interna.
Sia l’ospedale coinvolto che la Koda hanno espresso le loro posizioni. L’ospedale ha riaffermato l’impegno nel rispettare i desideri dei pazienti in merito alla donazione degli organi, mentre la Koda ha precisato che non è di loro competenza dichiarare la morte dei donatori. Le autorità statali e federali stanno attualmente indagando per verificare se tutte le procedure siano state eseguite correttamente.