Un imprenditore ittico di Guidonia, vittima di usura, si è tolto la vita dopo pressioni insostenibili e minacce legate a un debito che era aumentato vertiginosamente da 147mila euro a un milione.
L’imprenditore ittico di Guidonia, 54 anni, aveva contratto un debito di 147mila euro con quattro persone, titolari e dipendenti di un’altra azienda del settore. Nel corso del tempo, il debito è aumentato drasticamente fino a toccare la cifra di un milione di euro. I suoi aguzzini lo avevano già costretto a versare 600mila euro, minacciando ulteriori ritorsioni se non avesse pagato il resto.
Le minacce si sono estese anche ai familiari dell’uomo. Gli aguzzini, gravemente indiziati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, hanno minacciato di coinvolgere una cosca della ’Ndrangheta per ottenere i soldi. In particolare, il gruppo avrebbe fatto riferimento alla cosca dei Morabito.
L’imprenditore, disperato, aveva confessato agli usurai la sua intenzione di compiere un gesto estremo, pregandoli di permettere al figlio ventenne di terminare gli studi. Purtroppo, il primo marzo 2023, sopraffatto dalle pressioni e dalle minacce, l’uomo ha deciso di togliersi la vita.
A seguito dell’indagine dei carabinieri, quattro persone sono state arrestate. Tra gli arrestati figurano S.M., 36 anni, originario di Palmi, F.V.M.P., 67 anni, di Pizzo, F.P., 44 anni, e S.V., 56 anni. Tutti sono accusati di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e morte come conseguenza di altro delitto.
Prima di togliersi la vita, l’imprenditore aveva denunciato l’accaduto ai carabinieri, rivelando dettagli sulle minacce ricevute e sul coinvolgimento della criminalità organizzata. Ha spiegato di essere stato costretto a firmare un documento, sotto la minaccia di una pistola e di un’accetta. Nonostante il suo tentativo di resistere, le minacce rivolte alla sua famiglia lo hanno infine costretto a cedere.