Jannik Sinner, il successo e i sacrifici necessari, “Ecco perchè non torno in Italia”
Dopo una stagione memorabile che ha visto Jannik Sinner raggiungere il primo posto nel ranking mondiale e conquistare due titoli dello Slam, il 23enne si apre sui sacrifici necessari per mantenere il suo livello d’eccellenza e il rapporto con la sua terra d’origine.
Il successo e i sacrifici necessari
Nonostante il suo straordinario exploit, Sinner sottolinea come il successo non abbia cambiato il suo modo di essere o il suo atteggiamento nei confronti delle persone.
“Come persona non sono mai cambiato,” spiega Sinner nella produzione originale di Sky, “Jannik oltre il tennis, Sinner si racconta”.
Tuttavia, la dedizione al lavoro e il desiderio di continuare a migliorare richiedono sacrifici, tra cui il limitato tempo per tornare a casa in Italia. Pur avendo la possibilità di rientrare, sceglie di concentrarsi sulla sua carriera: “Posso anche andare a casa, ma non voglio, perché la mia carriera è iniziata quando a 13 anni e mezzo sono andato via di casa. Ora sono arrivato al punto che ho sempre sognato, di diventare il numero uno”.
Il legame con la sua terra d’origine
Anche se le occasioni per tornare a Sesto, il suo paese natale, sono poche, Sinner ha un forte legame con la sua terra d’origine.
Ritorna solo 3-4 volte all’anno per vedere i suoi genitori e nonni. Ogni volta che rientra, si sente a casa e libero, riconosciuto non per ciò che è oggi, ma per il ragazzo che era prima di diventare un campione. Un aneddoto che ha condiviso dimostra il suo legame con la comunità:
“Quando ero a Sesto, sono passato a casa di un vicino. Quando eravamo piccoli con i miei amici andavamo lì a suonare e correvamo via. Questo signore, che ormai ha 85 anni, mi ha detto ‘mi ricordo ancora di quando venivate a suonare’. Sono proprio queste le cose belle che mi danno forza per continuare.”
La visione per il futuro
Con una carriera ancora lunga davanti, Sinner è determinato a continuare a lavorare sodo e a migliorare, consapevole che tutti i suoi rivali lo inseguono.
Nonostante il poco tempo libero e la necessità di bilanciare il lavoro e la vita privata, il numero uno del mondo non intende accontentarsi, anzi, vede il futuro con l’obiettivo di giocare per altri 15 anni, sperando che il fisico regga: “Ora è proprio il momento di continuare a lavorare e migliorare.”