Il microbiologo Andrea Crisanti, senatore eletto nelle file del Partito Democratico, ha rilasciato un’intervista in cui descrive le sue giornate a Palazzo Madama come estremamente noiose e complesse. «Capisco il 30% delle leggi che voto. Il resto è inaccessibile o noioso», ha confessato al Fatto Quotidiano, parlando apertamente delle difficoltà nel comprendere i complessi testi legislativi e della monotonia delle attività parlamentari.
Crisanti, conosciuto dal grande pubblico per il suo ruolo nella gestione della pandemia di Covid-19, ha adottato una strategia personale per rimanere attivo in aula: «Quando la dose di noia eccede, mi metto a riflettere su come migliorare gli emendamenti». Secondo il senatore, il Parlamento è un ambiente che può “stendere” anche i più motivati, lasciandoli «rincoglioniti e inghiottiti dal vuoto cosmico».
Durante l’intervista, Crisanti ha sottolineato che nessuna legge può essere giusta per tutti, portando come esempio la riduzione del numero chiuso nelle facoltà di medicina: «Gli studenti saranno felici, ma ogni laureato in medicina costa alla collettività circa 150mila euro, cifra che raddoppia con la specializzazione». Una riflessione che evidenzia la complessità delle scelte legislative e il loro impatto economico.
Il senatore ha inoltre sottolineato come il passaggio dalla microbiologia alla politica non sia stato privo di sfide: la densità e la tecnicità dei lavori parlamentari spesso richiedono un livello di preparazione interdisciplinare elevato. Nonostante le difficoltà, Crisanti continua a portare avanti il suo impegno politico, cercando di adattarsi alle dinamiche di un mondo molto diverso da quello scientifico.