La perdita di Sardegna e Umbria solleva dubbi sulla strategia nazionale di Matteo Salvini. Il partito si interroga sul futuro e sulla direzione da prendere.
Nell’anno in corso, la Lega ha perso due regioni centrali per la maggioranza: Sardegna e Umbria. La sconfitta di Donatella Tesei in Umbria e la mancata ricandidatura di Christian Solinas in Sardegna segnalano un calo di consensi per il partito al di sotto del Po, un tempo elemento chiave del progetto di espansione nazionale di Matteo Salvini.
Le difficoltà della Lega si sommano al crescente successo di Fratelli d’Italia, che ha consolidato una leadership nazionale, sottraendo consensi al Carroccio anche nelle tradizionali roccaforti settentrionali.
Salvini, che aveva abbandonato la retorica nordista della Lega bossiana per promuovere una versione nazionale del partito, sta affrontando una delle fasi più difficili della sua leadership. La Lega, che con la strategia del “Noi con Salvini” ambiva a conquistare consensi dall’Alpi alle Eolie, fatica ora a mantenere una presenza significativa nel Centro-Sud.
Le difficoltà si erano già manifestate nelle elezioni politiche, con il Carroccio sceso sotto il 10%, e alle Europee, dove il risultato è stato salvato solo dalla candidatura simbolica del generale Roberto Vannacci.
La doppia sconfitta regionale e la perdita di consenso al Sud stanno spingendo il partito a concentrarsi nuovamente sul Nord, culla storica della Lega. Gli ultimi mesi hanno visto Salvini puntare sulle battaglie tradizionali, come l’Autonomia differenziata, pur penalizzata da recenti sentenze della Cassazione, e rafforzare la presenza del partito nelle regioni settentrionali.
Un segnale di questa nuova direzione è il congresso lombardo atteso tra fine novembre e inizio dicembre, che vedrà Massimiliano Romeo come candidato unico alla segreteria regionale. Romeo, vicino a Salvini ma rispettato dalla vecchia guardia, potrebbe rappresentare un ponte tra le due anime della Lega: quella nostalgica del Nord produttivista e quella nazionale voluta da Salvini.
Nonostante le difficoltà, Salvini non sembra intenzionato ad abbandonare il progetto della Lega nazionale. La sua attenzione alle questioni migratorie, con risultati tangibili come il calo degli sbarchi illegali, dimostra un chiaro orientamento verso il Centro-Sud, che resta un obiettivo strategico. Tuttavia, le prossime mosse dovranno tener conto delle recenti sconfitte e del crescente malcontento interno.
Le regionali in Veneto e la gestione del “dopo-Zaia” saranno un banco di prova per il futuro del partito e la sua capacità di riorganizzarsi in un contesto politico sempre più competitivo.