L’ex portiere e leggenda del calcio italiano critica lo stile narrativo di Lele Adani, considerandolo esagerato e lontano dai valori tradizionali dello sport.
Dino Zoff, monumento del calcio italiano e campione del mondo nel 1982, ha espresso la sua opinione sullo stile di Lele Adani, opinionista tecnico delle partite della Nazionale italiana su RAI 1. In un’intervista a Libero, Zoff ha criticato apertamente il modo “urlato” di raccontare il calcio che Adani adotta sia in TV che nel podcast Viva el Futbol, dove dialoga con Antonio Cassano e Nicola Ventola.
“L’urlo lo dovrebbe fare un tifoso allo stadio e non chi racconta le partite in TV”, ha dichiarato l’ex portiere, sottolineando come certi toni accesi siano fuori luogo, soprattutto in partite che non rappresentano finali di mondiali o europei.
Zoff, 82 anni, ha premesso che le sue opinioni derivano da una diversa “era geologica”, un periodo in cui la narrazione calcistica era affidata a figure iconiche come Niccolò Carosio, Martellini e Bruno Pizzul.
“Erano altri stili di narrazione, educati e sobri, ma io sono anziano e appartengo a un’altra epoca. Non posso essere in linea con quello che ascolto oggi, ma credo che certi valori come educazione e serietà debbano restare sacri”.
Zoff ha definito l’attuale panorama mediatico una “stagione dell’inflazione delle parole”, criticando il linguaggio esagerato e l’enfasi teatrale che a volte domina le telecronache.
Lele Adani, ex difensore e ora commentatore, è noto per il suo stile sopra le righe, caratterizzato da toni enfatici e coinvolgenti. Questo approccio, adottato anche nelle sue collaborazioni con Sky e ora con la RAI, divide il pubblico: c’è chi apprezza il suo modo appassionato e non convenzionale di raccontare il calcio, ma anche chi lo trova eccessivo e autoreferenziale.
Le critiche di Zoff sollevano una questione più ampia sul cambiamento dello stile narrativo nel calcio e su come il pubblico lo percepisca. Mentre figure come Adani rappresentano un modo più spettacolare e moderno di coinvolgere gli spettatori, la visione di Zoff riflette il desiderio di mantenere una certa sobrietà e rispetto verso i valori tradizionali dello sport.
Il dibattito resta aperto: è il calcio che si adatta ai tempi o è la narrazione che dovrebbe preservare il suo legame con il passato?