Il Senato ha approvato in via definitiva il nuovo Codice della strada. Critiche dal gruppo Codice della strage, che accusa il governo di scarsa attenzione alla sicurezza stradale.
Con l’approvazione definitiva da parte del Senato, il nuovo Codice della strada introduce cambiamenti significativi per quanto riguarda la guida in stato di ebbrezza, i neopatentati, le biciclette e i monopattini elettrici. Tuttavia, il gruppo Codice della strage, composto da associazioni ambientaliste, sindacati e rappresentanti di familiari di vittime di incidenti stradali, ha espresso una dura critica al provvedimento.
Secondo il gruppo, il nuovo Codice non migliora in modo sostanziale la sicurezza sulle strade, limitandosi a un approccio definito “repressivo” nei confronti del consumo di alcol e droghe, che rappresentano solo il 5% delle cause di incidenti tra i giovani conducenti. Le principali cause di sinistri, come l’eccesso di velocità, la distrazione e la mancata precedenza, sarebbero state affrontate con interventi ritenuti poco incisivi.
Il nuovo Codice avrebbe inoltre ridotto gli spazi e la sicurezza per pedoni e ciclisti, limitando le possibilità di realizzare piste ciclabili, zone a traffico limitato e isole pedonali. Le modifiche comprendono una maggiore difficoltà nei controlli automatici delle infrazioni, meno autonomia per i Comuni e l’introduzione della possibilità di innalzare i limiti di velocità massimi.
Tra le proposte avanzate dal gruppo Codice della strage, vi era l’introduzione delle “città 30”, con un limite massimo di 30 km/h nelle aree urbane. Questa misura, secondo i sostenitori, avrebbe potuto contribuire a ridurre drasticamente il numero di incidenti mortali, considerando che circa il 75% degli incidenti avviene su strade urbane, dove la velocità è una delle principali cause di sinistri.
Altre proposte includevano interventi strutturali sulle strade per favorire il rispetto dei limiti di velocità, maggiori investimenti in campagne di sensibilizzazione e educazione sulla sicurezza stradale, e l’introduzione di strumenti digitali per i controlli sulle distrazioni alla guida, come avviene in altri Paesi europei.
Nonostante alcune sanzioni siano state inasprite, come quelle per l’uso del cellulare alla guida, il gruppo ha evidenziato che le possibilità di controllo rimangono limitate. “Il governo ha perso un’occasione fondamentale per rafforzare la tutela degli utenti più vulnerabili delle strade”, hanno dichiarato i rappresentanti del gruppo.