Un team internazionale ha dimostrato che il digiuno ciclico potenzia l’azione delle cellule Natural Killer contro i tumori, aprendo nuove prospettive in immunoterapia.
Le cellule Natural Killer (NK) sono globuli bianchi fondamentali per il sistema immunitario, capaci di riconoscere e distruggere cellule tumorali e patogeni senza necessità di una precedente esposizione. Un aumento della loro attività è associato a prognosi migliori nei pazienti oncologici. Ora, uno studio condotto da ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York e collaboratori di istituzioni internazionali suggerisce che il digiuno ciclico migliora l’efficienza di queste cellule nella lotta contro il cancro.
I ricercatori, guidati dai dottori Joseph C. Sun e Rebecca B. Delconte, hanno testato il digiuno ciclico su topi affetti da tumore. Il protocollo prevedeva cinque giorni di alimentazione libera e due giorni di digiuno con sola acqua. Durante i periodi di digiuno, i livelli di glucosio nel sangue diminuivano, mentre aumentavano gli acidi grassi, utilizzati dalle cellule NK come carburante alternativo. Questo adattamento metabolico consentiva alle cellule di entrare nel microambiente tumorale e sopravvivere meglio.
Secondo lo studio, il digiuno:
“Durante ciascun ciclo di digiuno, le cellule NK imparano a usare gli acidi grassi come combustibile alternativo, migliorando la loro resistenza e capacità antitumorale”, spiega la dottoressa Delconte.
I risultati indicano che il digiuno ciclico potrebbe potenziare le strategie di immunoterapia oncologica. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che i test sono stati condotti solo su modelli murini. Saranno necessari studi clinici per confermare l’efficacia del digiuno ciclico negli esseri umani.
“I nostri risultati suggeriscono un legame tra restrizione dietetica e risposte immunitarie innate ottimizzate, con il potenziale per migliorare le strategie immunoterapeutiche”, concludono gli autori.
Gli esperti raccomandano di non intraprendere autonomamente cambiamenti dietetici o protocolli di digiuno. Ogni variazione nell’alimentazione deve essere supervisionata da medici e specialisti, considerando le specifiche condizioni di ogni paziente. Questo approccio è essenziale per evitare rischi e massimizzare i benefici terapeutici.
I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Immunity.