La malattia misteriosa in Congo, secondo caso sospetto in Italia, ricoverata una donna a Cosenza
Un’epidemia di origine sconosciuta ha colpito il Congo, causando almeno 31 vittime e diffondendo preoccupazioni anche in Italia, dove sono in corso accertamenti su due casi sospetti.
Epidemia in Congo: sintomi e diffusione
Una malattia non identificata sta mettendo in crisi il distretto sanitario di Panzi, nella provincia di Kwango, nella Repubblica Democratica del Congo. Finora sono stati registrati 416 casi, di cui 31 hanno avuto esito fatale. L’epidemia si sta propagando an
L’amministratore del territorio di Kasongo-Lunda, Arsène Kukangidila, ha dichiarato: “Ci sono ancora molti decessi e molti casi. La preoccupazione è che la malattia si diffonda in altre zone sanitarie dove si sono già registrati altri casi”.
I sintomi principali includono febbre, mal di testa, tosse, dolori muscolari, difficoltà respiratorie e anemia. A essere più colpiti sono i bambini sotto i 14 anni, già vulnerabili a causa delle condizioni di malnutrizione e della bassa copertura vaccinale. La regione deve affrontare anche altre emergenze sanitarie, come un’epidemia di mpox e la diffusione dell’influenza stagionale.
Prime ipotesi: malaria tra le possibili cause
Secondo il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, 10 dei 12 campioni analizzati sono risultati positivi alla malaria. Tuttavia, la diagnosi non è ancora definitiva. Alcuni campioni inviati a Kinshasa per ulteriori analisi sono giunti in condizioni compromesse a causa di problemi logistici. Nuovi test verranno effettuati per chiarire l’origine del fenomeno.
Casi sospetti in Italia: nessun allarme
In Italia, il Ministero della Salute ha confermato accertamenti su due casi sospetti. L’ultimo riguarda una donna ricoverata a Cosenza dopo essere rientrata dal Congo con febbre e dolori. La paziente, che aveva lavorato a Kinshasa, ha mostrato un rapido miglioramento e ora sta bene. Precedentemente, un caso simile era stato segnalato a Lucca, anch’esso senza complicazioni significative.
I campioni prelevati dalla donna sono stati inviati allo Spallanzani di Roma per analisi approfondite. Le autorità italiane rassicurano: “Non c’è alcun allarme, solo verifiche precauzionali”. Entrambi i pazienti non si sono mai avvicinati all’area del focolaio in Congo e non hanno contagiato altre persone.
Monitoraggio continuo
Le autorità sanitarie internazionali e l’Oms sono al lavoro per identificare la natura dell’epidemia e contenerne la diffusione. Intanto, i casi sospetti in Italia sembrano essere isolati, senza segnali di ulteriori contagi o rischi per la popolazione. Resta alta l’attenzione per evitare che la malattia possa rappresentare una nuova minaccia globale.