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Salvini dure accuse a Porta a Porta sul caso Open Arms, “Processo voluto da PD e M5S”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, commenta la sentenza che lo assolve dall’accusa di sequestro di persona: “Il fatto non sussiste”.

Salvini: “Ringrazio Giorgia, il governo e gli italiani”

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, ha accolto con soddisfazione la sentenza di assoluzione nel processo Open Arms, dove era imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. La vicenda risaliva all’agosto 2019, quando, da ministro dell’Interno, aveva impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ong spagnola.

“Ringrazio il governo, Giorgia Meloni, tutti i ministri e gli italiani semplici che mi hanno detto: ‘Bravo Matteo, sono contento per te’,” ha dichiarato Salvini durante l’intervista a Cinque Minuti con Bruno Vespa su Rai 1.

“Sono grato anche a Giulia Bongiorno e al suo staff. Per me è una bella giornata. Anche se fossi stato condannato, non mi sarei arreso. Tuttavia, penso a chi non ha mezzi per difendersi e finisce ingiustamente in carcere: bisogna ripensare i tempi e i modi della giustizia in Italia”.

La risposta agli avversari

Salvini ha poi rivolto critiche al centrosinistra e ai suoi accusatori. “Sono curioso di sapere cosa diranno ora i professoroni di sinistra che fino a mezz’ora fa mi consideravano un pericoloso razzista o fascista. Questo processo è costato milioni di euro agli italiani, ma oggi una sentenza del Tribunale ha detto chiaramente che non ho commesso alcun reato”.

Migranti: “Accogliere chi ha diritto, espellere chi delinque”

Il vicepremier ha ribadito il suo impegno per gestire l’immigrazione regolare e contrastare quella illegale. “Quando visito i cantieri, vedo ragazzi stranieri che lavorano sodo per il futuro dell’Italia, e ne sono orgoglioso. Tuttavia, espellere chi non ha diritto di stare qui è un mio dovere, così come lo è proteggere i cittadini e gli immigrati regolari che vogliono un Paese sicuro”.

Salvini ha sottolineato che il problema “non è il colore della pelle, ma distinguere tra persone perbene e delinquenti. Gli italiani delinquenti dobbiamo tenerceli, ma quelli stranieri devono tornare nei loro Paesi”.

La sentenza rappresenta una vittoria per Salvini, ma anche un nuovo capitolo per riflettere sulle dinamiche della giustizia e sulle politiche migratorie in Italia.